[Test] Trek Checkpoint SL6

La Trek Checkpointè una bici con cui l’azienda di Madison completa, nel modo più esaustivo possibile, la propria gamma di bici, offrendo un vero ibrido per il Gravel tra due modelli di successo nei rispettivi specifici segmenti, come la Boone da ciclocross e la Domane da endurance.

Presentata in occasione della scorsa Strade Bianche, la Checkpoint offre specifiche tecniche prese a prestito dalle due cugine, oltre a da aggiungerne di proprie. A livello di geometrie è praticamente identica alla Boone da CX, ma offre la possibilità di variare il passo della bici grazie ad in ingegnoso sistema, denominato Stranglehold, con cui si può avvicinare la ruota posteriore di 15mm massimo, oltre ad avere forcellini compatibili singlespeed. Essendo la Checkpoint solo per freni a disco variare la lunghezza del passo necessita anche di spostare la pinza del freno posteriore, ma il sistema, grazie a 2 viti a brugola ed una slitta su cui è posizionata risulta un’operazione molto facile. Il tutto conservando i perni passanti, che però sono di lunghezza “non-standard”, ma bensì 122mm per l’anteriore e 174mm per il posteriore.

Passaggi ruota molto ampi consentono di montare pneumatici sino a 45mm in misura 28″ o 50mm in 650b, conservando buona “luce”, quindi evitando rischi di sfregare fango o sassi sulla forcella o carro posteriore.

Sul tubo orizzontale superiore e sul tubo obliquo sono presenti delle bussole filettate per montare delle borsette dedicate in modo sicuro. Mentre su carro posteriore e forcella anteriore sono presenti attacchi per i parafanghi o altre borse, tra cui delle borsette attaccabili lateralmente sui foderi della forcella. Sulla parte inferiore di tubo obliquo e carro posteriore sono presenti delle protezioni in plastica dura molto robuste per evitare danni al carbonio dovuti alla proiezione di sassi.

A completare il tutto il sistema IsoSpeed, ormai marchio di fabbrica di Trek, per avere un po’ di ammortizzazione alla sella. Questo sistema non è presente all’anteriore come sulla Domane perché secondo gli ingegneri Trek non è necessario vista la capacità di assorbimento di pneumatici di grossa sezione. Un bici quindi che è stata pensata come vero anello di congiunzione tra Bdc e Mtb, ma con specifiche adatte all’utilizzo Gravel, ovvero con senza sbilanciarsi su uno dei due versanti, ma offrendo soprattutto maggior capacità a livello di bagaglio.

Spazio in abbondanza sui passaggi ruota per montare pneumatici generosi. Anche tassellati da Mtb o 650b.

Il sistema Stranglehold per variare l’interasse della bici. Si nota la slitta su cui è montata la pinza del freno.

Shimano Ultegra 8100 per la trasmissione, in versione compact 50-34 e 11-34 per il pacco pignoni

Il perno passante posteriore da 174mm. Quello anteriore è da 122mm.

Spazio in abbondanza sui passaggi ruota per montare pneumatici generosi. Anche tassellati da Mtb o 650b.

Non mi è piaciuto: il passaggio cavi con entrata sull’obliquo. I cavi tenuti un po’ lunghi per non farli sfregare sul tubo sterzo davano fastidio in fuorisella in salita, con le ginocchia che andavano a toccarli.

La spessa protezione in plastica per evitare danni al carro e obliquo dovuti a sassi e proiettati dalla ruota anteriore.

 
Uno dei vari borselli Bontrager compatibili con la Checkpoint. Questo all’orizzontale si fissa con 2 viti interne allo stesso.
La versione SL6 è il top di gamma della linea CheckPoint, per cui è stato scelto un gruppo trasmissione Shimano Ultegra Disc 8100 con compact 50-34 e pignoni 11-34 per il massimo della versatilità sia su strada che fuoristrada, senza eccedere verso il versante Off-Road.

Salita

La Trek Checkpoint in test, in taglia 61, pesa 9,35kg. Un peso che descrive bene la vocazione d’utilizzo di questa bici, che in quanto a robustezza può tranquillamente competere con una Mtb Front. Il telaio è sicuramente sovradimensionato per un utilizzo sicuro anche su singletrack, senza patemi di rompere qualcosa.Tutte la varie bussole filettate per il montaggio dei bagagli ed il sistema Stranglehold fanno aumentare il peso complessivo.

È evidente che non è una bici che può essere valutata con gli stessi parametri di una Bdc classica, anche endurance, semplicemente perché non lo è. È una bici per viaggi, in cui si può affrontare qualunque tipo di percorso in autonomia. Presumibilmente è una bici nata con in testa eventi come il Continental Divide negli USA: migliaia di kilometri su ogni tipo di terreno, dal fango e rocce delle Rocky Mountains sino al deserto dell’Arizona e New Mexico.

Con questo ben presente diventa difficile dare una valutazione sul solo frangente della salita o della Performance, in quanto non è un attrezzo specifico per la prestazione.

Discesa

In discesa la Checkpoint è una bici molto efficace, e parlo soprattutto di sentieri. Anche con gli Schwalbe G-One da 35mm di serie si riesce a scendere un po’ dappertutto (a patto che non sia viscido), magari non esagerando con la velocità per non pretendere troppo dai cerchi Bontrager Paradigm, robusti, ma non da enduro…

Il sistema IsoSpeed non serve sui trails, in quanto si percorrono in piedi sui pedali, ma la manovrabilità della bici è ottima, d’altronde è calibrata sulla Boone da CX. Il sistema Stranglehold con cui si può variare l’interasse della bici di 15mm può donarle un po’ più di stabilità se tutto arretrato, ma direi che è qualcosa di percepibile su asfalto in pianura sui rettilinei, dove la Checkpoint diventa iper-stabile per lunghe pedalate al passo. In discesa mi sembra meno percepibile, in particolare perché si montano pneumatici di generosa dimensione che in ogni caso danno sensazioni molto diverse rispetto dei classici 23-25mm da strada-competizione, in particolare nella precisione di guida in curva, dove la morbidezza-cedevolezza oltre alla posizione rialzata consigliano di godersi le discese in tutta tranquillità e sicurezza piuttosto che picchiare come dei cacciabombardieri.

Comodità

Tutto sulla Checkpoint è votato alla comodità e le attese non sono tradite. Geometria, sistema IsoSpeed, pneumatici abbondanti, in misura 650b si può arrivare sino ai 50mm, e persino la sella Bontrager Montrose consentono di macinare kilometri in abbondanza senza problemi, e non solo su asfalto

Conclusioni

La nicchia del Gravel è in crescita, viene detto un po’ da tutti. Se la vostra filosofia si sposa bene con l’andare all’avventura su qualunque terreno la ChekPoint è probabilmente una delle migliori bici acquistabili per l’utilizzo. Personalmente ho provato del segmento la Orbea Terra, la Open U.P e la Lapierre Crosshill 500 (la peggiore delle tre), ma a mio parere la Checkpoint offre qualcosa in più: tutto è molto ben pensato in ogni dettaglio, oltre ad offrire alcune soluzioni tecnologiche come IsoSpeed e Stranglehold che sono migliorie davvero tangibili ed utili. Questo anche a livello di integrazione con i vari accessori Bontrager, anche loro di ottima qualità.

La versatilità è davvero il plus di questa bici, poi ovviamente dipende dalle esigenze di ognuno, in particolare per il mercato Gravel, dove c’è una certa componente soggettiva dovuta alle aspettative e capacità tecniche, in particolare in discesa fuoristrada. Ad ogni modo il catalogo Trek è uno dei più ricchi in questo senso, fornendo veramente una ampissima possibilità di scelta con varie nuances tra endurance stradale, cx e gravel, tra Domane, Domane Gravel, Boone e Checkpoint (ognuna declinata in vari allestimenti).

Prezzo versione SL6: 3899eu

Sito Trek Checkpoint 

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