[Test] Trek Procaliber 9.8 SL

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Abbiamo effettuato un test di durata per la novità 2016 di casa Trek per il Cross Country. Parliamo della Trek Procaliber SL, front da XC con ruote da 29″, che vi abbiamo presentato a giugno. Oggetto del test è la versione 9.8, l’allestimento intermedio all’interno della gamma Procaliber.



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Analisi statica

A un telaio in carbonio OCLV Mountain, realizzato appositamente per le MTB e che dovrebbe garantire maggiore resistenza attraverso esclusive procedure di stratificazione del materiale, Trek unisce diverse novità e particolarità adottate per incrementare l’efficienza del mezzo.

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La novità principale è certamente il sistema IsoSpeed, un giunto che svincola il tubo piantone dal telaio lasciandolo libero di compiere un movimento longitudinale di circa 8mm grazie alla flessibilità del tubo piantone stesso.

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Tale flessibilità è ottenuta sagomando la tubazione con una forma appiattita antero-posteriore, in maniera da garantire al contempo la medesima rigidità laterale di un normale telaio Hardtail.

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Altra novità Trek è il sistema Boost 148/110, che prevede battute del mozzo posteriore e anteriore rispettivamente di 148mm e di 110mm, per garantire ancor più rigidità all’accoppiata ruota/telaio. Vi è infine la geometria G2, ovvero un offset (distanza dell’asse della ruota dal prolungamento a terra del tubo sterzo) di ben 51 mm. Una particolarità Trek, già adottata da qualche anno, il cui obiettivo è rendere le bici precise e manovrabili anche alle basse velocità.

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Come accennato in precedenza, la SL 9.8 è la versione intermedia della gamma Procaliber. Monta una forcella RockShox SID RL da 100mm di escursione con lockout remoto al manubrio. Si tratta della versione Boost con 110mm di battuta del mozzo e offset di 51mm per interfacciarsi al meglio con le geometrie G2 della Procaliber.

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Gruppo misto di SRAM, con guarnitura X1 1400 dotata di corona Direct Mount a 32 denti.

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Cambio X01, comando X1 e cassetta XG 1175 da 10-42.

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Freni Shimano XT con dischi da 160mm del peso di 122g l’uno. Attacco manubrio Bontrager Race X Lite da 110 mm +/-7°, manubrio Bontrager Race X Lite Carbon Low Riser 5mm sweep 9° lunghezza 690 mm, reggisella Bontrager Rhythm Elite da 31.6mm e zero offset, sella Bontrager Montrose Elite con binari in titanio dal peso di 220g.

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Ruote Dt Swiss X1700 Spline 2 dal peso rilevato pari a 949+1071 grammi. Copertoni Bontrager Team Issue 2.2 Tubeless Ready (690g).

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Peso della bici rilevato pari a 9,98kg in taglia 19.5, pedali esclusi.

La prova sul campo

Il test si è svolto su una percorrenza di 415 chilometri, sui percorsi che abitualmente usiamo per i test delle bici XC. Un tracciato che è stato campo di gara per il Campionato Italiano Cross Country di due anni fa a Nemi e per il Campionato Italiano Marathon dello scorso Agosto. Percorso completo, ricco di tratti scorrevoli e veloci, ma anche sconnessi, con salite e discese in single track tortuoso e sterrate veloci.

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Chiariamo subito un dettaglio, oggetto di domande molto frequenti. Col sistema Isospeed la Procaliber SL non si configura come una full, bensì come una front a tutti gli effetti. Lo snodo del telaio la rende simile ad una full con ammo ben bloccato, quindi con quel minimo assorbimento, che la rende meno nervosa e un filo più comoda sullo sconnesso, con l’indubbio vantaggio di un peso (e di un prezzo) minore rispetto a una full. Ogni altra caratteristica della ProCaliber è tipica di una front, in primis la maneggevolezza, la reattività, il peso e le geometrie. Le sensazioni, sin dai primi colpi di pedale, sono ottime. La Procaliber è veramente agile e scattante, nonostante ruote che, pur rigide, sono tutt’altro che leggere. L’Isospeed, a parte un leggero influenzamento della pedalata da seduti e ad alta cadenza sul liscio, non pregiudica alcun aspetto positivo classico delle front, lasciando inalterata la prontezza e la reattività nei rilanci e garantendo maggior comfort, rotondità di pedalata e trazione sullo sconnesso in salita. Sono queste le situazioni in cui ha un’effettiva incisività positiva nella guida. In discesa, stando in piedi, ovviamente non influisce sulla guida.

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L’angolo del tubo sella di 72 gradi e l’angolo di sterzo di “soli” 69 gradi spostano la posizione del rider più indietro rispetto ad altre 29″, favorendo una migliore trazione grazie al peso che insiste maggiormente sul posteriore. Ciò nonostante, anche grazie allo snodo Isospeed, i tratti sconnessi non risultano eccessivamente fastidiosi. La posizione arretrata limita anche un eccessivo spostamento del peso verso l’anteriore nei tratti più ripidi in discesa. Di contro, sulle salite ripide, basta avanzare in punta di sella per evitare che si alzi l’anteriore.

La cosa che più ci ha impressionati della Procaliber, merito indubbiamente della geometria G2 e della rigidità del sistema Boost, è l’eccezionale precisione di guida anche alle alte velocità, l’ottima agilità e maneggevolezza nello stretto guidato e nei cambi repentini di direzione. Caratteristiche tipiche delle 27.5″, che sinora quasi nessuna Hardtail da 29″ riusciva a eguagliare a tal punto. Alcuni passaggi in particolare siamo riusciti a superarli agevolmente come ci è riuscito di fare solo con le 27.5″ precedentemente testate.

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Il gruppo misto SRAM, seppure non sia il  top di gamma della casa americana, ha sempre funzionato in maniera egregia, con estrema precisione e immediatezza di cambiata, senza perdere un colpo e senza lasciar avvertire alcuna differenza apprezzabile rispetto al più blasonato XX1. I 32 denti della corona sono al limite per poter sostenere agevolmente pendenze impegnative più lunghe di poche decine di secondi e necessita comunque di una gamba ben allenata. Una corona da 30 sarebbe probabilmente più fruibile per molti. Nei sali scendi tipici dell’XC il 32 è adeguato e comodo per individuare facilmente il rapporto migliore, non troppo duro in salita e neppure limitato in discesa. Quando i tracciati diventano invece molto scorrevoli e veloci, la rapportatura con la corona 32 denti, seppure abbinata al pignone da 10, fa perdere la cadenza intorno ai 38/40kmh a causa dell’eccessiva agilità, dove la pedalata è anche leggermente disturbata dalla flessione del piantone sella dovuta all’Isospeed

La forcella RockShox SID RL è poco frenata sia in affondamento che in estensione. Uno o due token probabilmente la renderebbero maggiormente progressiva, migliorando una guida in discesa in cui la Procaliber appare in ogni caso efficiente e non troppo estrema. Ottimo lo OneLoc, la nuova versione del comando al manubrio RockShox. Comodo da azionare con una leggera pressione del dito, con doppia leva non ingombrante, dalla corsa ridotta che favorisce un più pronto azionamento. Finalmente un comando che, per efficienza e praticità di utilizzo, raggiunge e forse supera il Twinlock.

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I freni XT non fanno rimpiangere il modello XTR, top di gamma di casa Shimano, nei confronti del quale pagano probabilmente solo poche decine di grammi in più. Unico componente che non abbiamo trovato particolarmente efficiente sono i copertoni Bontrager Team Issue 2.2 Tubeless Ready. A un peso di ben 690 grammi, dovuto anche alla generosa misura di 2.2″, non corrisponde un sufficiente grip, soprattutto in trazione, nonostante in questo autunno per nulla piovoso siano stati messi alla prova prevalentemente in condizioni di asciutto. Invece come tenuta laterale si sono rivelati validi e soprattutto prevedibili, senza mai perdere aderenza repentinamente. Sono quindi coperture scorrevoli da preferire su terreni totalmente asciutti. Una sezione più stretta e dunque un peso minore, sarebbero preferibili per questa tipologia di bici.

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Conclusioni

La Trek Procaliber 9.8 SL è un’ottima bici da gara, rigida e reattiva quando si tratta di pedalare, ben allestita, guidabile, agile nell’affrontare tratti tecnici. Il sistema di snodo Isospeed la rende indubbiamente più performante dal punto di vista della trazione e del comfort di guida, trasfomandosi in un beneficio per il rider sulle distanze più lunghe. L’uso in Cross Country e point to point sulla corta o media durata è sicuramente quello nel quale meglio possono emergere le sue caratteristiche, in considerazione anche dell’allestimento con monocorona, la cui migliore caratteristica è la semplicità di utilizzo su percorsi molto vari, nei quali il cambio rapporto è frequente. Una soluzione con doppia (opzionabile sul sito stesso, dove è consentita anche la creazione di modelli personalizzati) sarebbe preferibile in ottica Marathon per poter usufruire di un maggiore range di rapporti. Del resto il telaio, non estremo come guidabilità e comfort, ben si presterebbe a competizioni anche di lunga durata.

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Prezzi

€4.649 bici completa
€2.499 telaio

Trek Bikes

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Storia precedente

[Test] Shimano XT 2015: trasmissione 1×11

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