Dopo averla vista alla presentazione l’abbiamo definita la bici da downcountry. Stiamo parlando della Trek Top Fuel 2020, la full che Trek ha pensato per un uso trail/xc. Ho avuto modo di provarla per un test di lunga durata nella versione top con cambio meccanico: la Top Fuel 9.9 XX1.
Per le caratteristiche del telaio rimando all’articolo di presentazione, passando ad analizzare la componentistica della bici in test.
Allestimento
Forcella: Fox Factory 34 Step-Cast, Float EVOL air spring, FIT4 2-position damper, TwistLoc remote, 44mm offset , Kashima Coat, Boost110, 15mm Kabolt axle, 120mm travel.
Ammortizzatore: Fox Factory Float, 2-position DPS damper, TwistLoc remote, Kashima Coat, tuned by Trek Suspension Lab, 190x45mm.
Freni: SRAM Level Ultimate hydraulic disc, carbon levers, 180mm front rotor, 160mm rear rotor.
Manubrio; Bontrager Line Pro, OCLV Carbon, 35mm, 15mm rise, 750mm.
Attacco: Bontrager Kovee Pro, 35mm, Knock Block, Blendr compatible, 13°
Sella: Bontrager Montrose Pro, 7x10mm carrello in carbonio.
Reggisella telescopico: Bontrager Line Elite Dropper.
Gruppo XX1 Eagle a 12v con comando trigger e corona da 32.
Le ruote sono delle Bontrager Kovee Pro 30 carbon, Tubeless Ready, ruota libera 108pt Rapid Drive, Boost.
Copertoni Bontrager XR3 Team Issue, Tubeless Ready da 755 gr., al posteriore e Bontrager XR4 Team Issue, Tubeless Ready, da 780 gr. all’anteriore, entrambi 29×2.40″.
La Top Fuel 9.9 è molto rifinita nei particolari. Tra essi spiccano:
il blocco manubrio sull’orizzontale in prossimità dello sterzo che ne inibisce la rotazione completa, molto utile per evitare danni ai cavi o all’orizzontale stesso in caso di impatto con i comandi o i freni o la testa degli steli sul telaio.
Il guida catena regolabile in altezza a seconda della corona che si va a montare.
Lo sgancio rapido alloggiato sulla ruota posteriore estraibile ed utilizzabile anche per l’anteriore.
Le protezioni sotto il tubo obliquo da impatti con sassi o con la forcella (peraltro non strettamente necessaria, essendo già presente il blocco manubrio).
Peso rilevato della bici in test in taglia L, senza pedali, con porta borraccia: 11,450 kg.
La prova sul campo
Ho utilizzato la Top Fuel per circa un mese e mezzo sia su sentieri prevalentemente XC che su altri più impegnativi generalmente preclusi per terreno e pendenze alle normali xc e anche nel Bike Park della Paganella, (un grazie alle mie guide Paolo “Dibba”, Francesco, Flavio e Ludovico) per una panoramica a 360° del range di utilizzo della Top Fuel.
La Top Fuel mantiene fino in fondo tutto ciò che promette. A sospensioni bloccate è più rigida di molte full xc e in quanto a reattività solo il peso del complesso bici e dei copertoni di sezione generosa la rende appena un filino meno reattiva. Sulle pendenze molto accentuate in salita la geometria dello sterzo e l’attacco molto corto, spostando molto al posteriore il peso del rider, non permettono di caricare a dovere l’anteriore, tendendo a far impennare la bici salvo accentuare molto il posizionamento in punta di sella. Posizione che per pedalare è però meno redditizia. Parliamo di pendenze che un fruitore medio difficilmente sarebbe in grado di affrontare in ogni caso, a prescindere da pesi e geometrie, quindi di situazioni piuttosto rare. In tal senso, pur essendo chi scrive convinto utilizzatore della corona da 34, va detto che l’utilizzo a cui mira la bici rende più idoneo un 32 per salire anche su tratti poco scorrevoli, piuttosto di un 34 più mirato alla ricerca del riscontro cronometrico ma in condizioni di percorso e contesti diversi. Esemplificando, per dare un riferimento, se su una Xc classica si usa il 34, sulla Top Fuel in test il 32 è il rapporto più idoneo.
Se nel confronto con una xc pura, in salita e sul pedalato in genere, la Top Fuel si posiziona solo un piccolo gradino al di sotto, comunque non sfigurando, dove il terreno diventa molto impervio la Top Fuel è veramente un altro mondo. Steli da 34 che la rendono più stabile di quelli da 32 in ammortizzazione e frenata, copertoni da 2.4″ che consentono pressioni più basse, quindi aderenza, trazione e tenuta laterale, attacco corto, angolo di sterzo molto aperto (67.5) e reggisella telescopico che anche nei tratti più ripidi consentono il miglior spostamento del peso del rider verso il posteriore, sono tutte caratteristiche che me la hanno fatta apprezzare e che mi hanno consentito discese che con qualsiasi xc sarebbero state mera utopia.
Riuscire a fare, salvo un paio di piedi a terra, percorsi definiti enduro advanced come il Carton’s Trail e il Secret Trail della Paganella, dimostrano come questa bici sposti decisamente il limite di utilizzo, ampliando molto il range dei percorsi affrontabili.
I freni, gli Sram Level Ultimate, ottimi per potenza e modulabilità, non hanno mai mostrato segni di affaticamento anche nelle discese molto lunghe.
Da notare il comando remoto di forcella e ammortizzatore che pur essendo Rock Shox comanda 2 sospensioni Fox senza il benché minimo problema, risultando comodo da azionare e nascosto al tempo stesso. Ruotando si blocca, premendo il pulsante si sblocca. Il test dedicato al TwistLoc si trova qui.
Il comando del telescopico invece non è di prontissimo azionamento e in certi frangenti risulta un po’ pigro. Mi piace poter spostare la sella più volte a seconda delle situazioni, dunque alzarla appena ne sento la necessità salvo riabbassarla prontamente dove serve, al contrario di molti che una volta abbassata ci pedalano anche. Sarebbe preferibile un comando che sblocchi il reggisella in maniera più immediata senza dover premere troppo a fondo e con decisione per ottenere lo scopo.
Riguardo a ruote e copertoni, c’è da dire che nonostante diversi colpi decisi presi sul cerchio con il copertone finito a fondo corsa, i cerchi non hanno avuto alcun problema, lasciando intuire ottima robustezza e affidabilità a fronte di un peso di 1500 grammi più da xc che da gravity. Un po’ anomala la scelta del copertone posteriore che a fronte di un battistrada scorrevole tipico dell’xc, e dunque più “leggero”, ha una sezione importante. Forse più logico adottare una o l’altra opzione, al contrario dell’anteriore la cui scolpitura è più coerente alla sezione. L’anteriore, fra l’altro, più pesante, appare anche più robusto, tanto da non aver mai avuto fondo corsa sul cerchio, al contrario del posteriore il cui unico fondo corsa ne ha causato la foratura in prossimità del cerchio.
Conclusioni
La Trek Top Fuel 9.9 XX1 è quasi due bici in una, tanto ampio è il range di utilizzo, arrivando forse a giustificare un prezzo obiettivamente impegnativo. Performante e molto divertente al tempo stesso, adatta a percorsi XC come a percorsi decisamente tecnici. Senza qualche adattamento, le competizioni XC non sono la sua destinazione, ma alleggerendola nei punti giusti con un setup tutto sommato economico e di facile avvicendamento (copertoni più leggeri e scorrevoli, reggisella normale, attacco un po’ più lungo), togliendo quel mezzo chilo, non sfigurerebbe nemmeno in una competizione pedalata.
Prezzo bici completa: 8.999 euro in versione come testata.