[Test] Yeti SB5c

Yeti Cycles è un marchio che produce Mountain Bike sin dal 1985. Le bici che ha realizzato e i piloti che le hanno utilizzate per correre, hanno scritto pagine importantissime nella storia di questo sport, da John Tomac a Jared Graves. Sorta in California e successivamente trasferitasi a Durango (Colorado) nel 1991, per essere parte di quella che allora era la mecca del Mountain Bike racing mondiale, Yeti ha sempre voluto e saputo distinguersi grazie a soluzioni particolari, sia nelle linee che nei cinematismi delle sospensioni dei modelli full suspended. Questa caratteristica non è mutata negli anni e ancora oggi Yeti sa stupire grazie a sistemi innovativi che differiscono totalmente dalla concorrenza, attorno ai quali nascono bici permeate da uno stile unico, che unisce tutti gli “yetisti” in una sorta di tribù di appartenenza.

Non fa eccezione la SB5c, la Trail bike di casa Yeti che vi abbiamo presentato a luglio, che adotta il nuovo sistema Switch Infinity su un telaio full carbon dalle forme sinuose ed eleganti. Abbiamo testato la SB5c pedalando numerosi trail con diverse condizioni meteo e l’abbiamo messa alla prova anche sui tecnici percorsi Enduro di Finale Ligure, grazie al servizio shuttle di Ride On Noli, per concentrarci sulle sue performance in discesa.



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Analisi statica

Il telaio della SB5c è interamente realizzato in solido e leggero carbonio unidirezionale ad alto modulo, grazie al quale ottiene un elevato grado di rigidezza, pur fermando l’ago della bilancia a soli 2,31kg. La livrea, in questa colorazione nero carbonio opaco, è elegante quanto un abito da sera, con la sigla del modello “tono su tono” in nero lucido e le scritte Yeti a contrasto su una base di colore titanio. A impreziosire i toni dark della SB5c, oltre ai dettagli marchiati Kashima, troviamo piccoli accenni del tradizionale turchese Yeti, sia sul telaio che sulle decals della forcella e sul carrello della sella.

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La grande novità che Yeti introduce grazie alla SB5c è il sistema di sospensione Switch Infinity, basato sul precedente sistema Switch nel quale l’infulcro principale del carro ruotava a sua volta all’interno di un eccentrico, alla ricerca di una modifica del percorso ruota che consentisse di gestire l’effetto anti-squat. Il nuovo Switch Infinity migliora questo concetto offrendo un funzionamento più fluido, eliminando quella sorta di punto morto della rotazione che era il limite del precedente sistema basato su eccentrico. Il risultato ottenuto dalla modifica del percorso ruota è un ulteriore miglioramento dell’effetto antisquat nella prima parte della sospensione, che consente alla sospensione di non affondare a causa delle forze indotte dalla pedalata pur mantenendo un’elevata sensibilità agli urti, mentre nella seconda parte dell’escursione facilita l’assorbimento degli impatti su ostacoli a bordo squadrato (squared edge hits) senza perdere velocità, ovvero limitando l’effetto “hang up” che invece caratterizza alcuni altri sistemi di sospensione.

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Lo Switch Infinity, realizzato in collaborazione con Fox, funziona grazie a un blocco su cui sono inseriti dei cuscinetti Enduro Max, sui quali ruota il carro. Tramite delle boccole protette da parapolvere, questo blocco scorre verticalmente, o meglio diagonalmente, su una coppia di cilindri dotati di trattamento Kashima coating, che sono fissati al telaio. In pratica lo stesso funzionamento degli steli di una forcella, con la differenza che in questo caso non sono autolubrificati dall’olio di scorrimento presente nella forcella, per cui Fox ha previsto delle porte di ingrassaggio tramite le quali è consigliato lubrificare il sistema ogni 40 ore di utilizzo. Durante il test abbiamo avuto spesso occasione di metterlo alla prova sia nel fango che nella polvere e in entrambi i casi ha mantenuto inalterate le sue doti di scorrimento, autopulendosi per mezzo degli stessi parapolvere.

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L’ammortizzatore a cui viene affidata la gestione dei 127mm di escursione della sospensione è un Fox Float CTD Adjust Kashima da 200mm di interasse nella versione da 51mm di corsa, quindi non preoccupatevi se non vedrete mai l’O-ring arrivare a fine corsa, perchè pur utilizzando tutta l’escursione si fermerà comunque a 6mm dalla fine dello stelo. La frenatura idraulica nelle posizioni Trail e Climb non è molto marcata ma è ben calibrata rispetto alla stabilità offerta dallo stesso sistema Switch Infinity. Questo garantisce in ogni condizione un ottimo sostegno in pedalata senza limitare la sensibilità nell’assorbimento degli urti.

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La forcella è una Fox Float 34 CTD Adjust Kashima da 140mm di escursione, dal comportamento eccellente. Come abbiamo già avuto modo di verificare in altre occasioni, i ragazzi di Fox hanno fatto un ottimo lavoro sulla 34 del 2015, risolvendo finalmente i noti problemi che affliggevano le versioni precedenti.

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Interrompendo la tradizionale partnership tra Yeti e Shimano, l’intera trasmissione è affidata a SRAM. Guarnitura X1 con corona 32 denti e movimento centrale BB30 Press Fit da 73mm. La catena è XX1 mentre la cassetta 11-42, il cambio e il comando sono tutti XO1. La scatola del movimento centrale dispone di un supporto ISCG ’05 removibile in alluminio. Per chi volesse montare una guarnitura a doppia corona, il telaio della SB5c dispone dell’attacco per il deragliatore D-Type Shimano, in versione top-pull. Con l’allestimento monocorona, non essendo utilizzato, l’attacco è coperto da un simpatico tappino in ergal sul quale è stato laserato uno yeti.

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La cura dei dettagli è talmente maniacale che, anche una semplice protezione per il carro dalla corona e da eventuali risucchi della catena, assume tanta importanza da vedersi dedicare un’apposita sede ricavata nel carro, dove alloggia una placca in acciaio inox lucidata a specchio e costellata di fori, sia per risparmiare peso che per camuffare eventuali graffi dovuti all’usura.

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I cerchi sono DT Swiss XM 401, ovviamente 650b, montati su mozzi DT Swiss 350, che abbiamo apprezzato per la loro scorrevolezza. Il canale è Tubeless Ready ed è stato trasformato per ospitare i copertoni Maxxis EXO, anch’essi Tubeless Ready, muniti di liquido sigillante. Il copertone anteriore è un Ardent 2.4 mentre il posteriore è un Ikon 2.2 che, a fronte di una grande scorrevolezza in salita, mostra qualche limite in discesa.

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L’attacco manubrio è un Thomson Elite X4 da 70mm e 0° di rise. La lunghezza si sposa molto bene con le geometrie della SB5c, soprattutto in fase di salita, dove permette una posizione di guida molto comoda.

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Il manubrio è un Easton Haven Carbon da 740mm di larghezza. Su di esso troviamo collocate le leve freno Shimano XT e il comando remoto del reggisella telescopico Rock Shox Reverb Stealth, che abbiamo trovato montato su questa bici test ma che in realtà non è compreso nel kit XO1 della SB5c. Al suo posto è previsto un reggisella standard Thomson Elite.

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I freni Shimano XT montano pinze nere per integrarsi alla livrea tenebrosa della SB5c. I rotori sono sempre XT a 6 fori, nel diametro di 180mm all’anteriore e 160mm al posteriore. Hanno offerto sempre adeguata potenza anche durante le discese più lunghe e impegnative, anche grazie alle pastiglie Ice-Tech che hanno limitato il surriscaldamento che di norma affligge gli impianti Shimano.

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Yeti sceglie la praticità per il passaggio cavi, che non è interno al telaio ma scorre lungo la parte superiore del tubo obliquo, in modo discreto ed elegante. Il reggisella telescopico, che ricordiamo non è previsto di serie, può essere montato sia con passaggio cavo interno che esterno, a seconda del modello che si sceglie, dato che il telaio è dotato di passaggi che soddisfano entrambe le opzioni.

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Geometrie

geometrie yeti sb5c

Salita

Concettualmente le Trail bike sono i mezzi che più di tutti bilanciano equamente le proprie prestazioni tra salita e discesa. La Yeti SB5c conferma questo aspetto offrendo, oltre alle doti discesistiche che analizzeremo in seguito, delle performance da scalatrice quasi al pari di una bici Marathon. Geometrie equilibrate con impostazione di guida che, anche grazie all’attacco manubrio da 70mm, garantisce una posizione in sella comoda e piacevole, anche dopo ore sulla bici. Il peso di soli 11,9kg, pedali esclusi, contribuisce a rendere piacevoli le lunghe distanze, ma il vero asso nella manica della SB5c è il sistema Switch Infinity.

Il compito del nuovo cinematismo di Yeti di ottimizzare l’effetto anti-squat per offrire il massimo della stabilità in fase di pedalata, viene eseguito in modo impeccabile. Si può fare tranquillamente a meno della funzione CTD dell’ammortizzatore, dato che non serve intervenire idraulicamente grazie al funzionamento del cinematismo stesso. Si sale in sella e si pedala, scordandosi di leve, levette, comandi remoti o sistemi elettronici.

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Il grande vantaggio di un cinematismo che offre tale stabilità con ammortizzatore aperto, ovvero senza frenatura idraulica, è quello di conservare la sensibilità nell’assorbimento degli urti anche durante la pedalata, garantendo quindi ottima trazione anche sulle salite più tecniche, grazie al costante contatto della ruota sul terreno. Inoltre nei percorsi dove salita e discesa si intervallano continuamente, tipici dell’utilizzo Trail, ci si può concentrare esclusivamente sulla guida, lasciando che il cinematismo faccia la sua parte.

L’anti-squat della sospensione si fa apprezzare inoltre sulle salite molto ripide, dove la trasmissione monocorona implica una pedalata dalla cadenza più marcata. La scelta di intervenire sull’idraulica dell’ammortizzatore tramite le posizioni Trail o Climb si rivela effettivamente utile solo nelle situazioni in cui ci si alza in piedi a pedalare.

Discesa

La discesa ha sempre avuto un ruolo dominante nella concezione che Yeti ha della MTB, infatti dalla SB5c trapelano molti indizi che fanno intendere che questa Trail bike ha molto da offrire anche quando il gioco si fa duro, andando ben oltre la sua destinazione d’uso.

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Valutando sulla carta la sua escursione di soli 127mm, esattamente 5 pollici come dice il nome, molti avranno catalogato la SB5c come un mezzo nervoso e difficile da gestire in discesa: niente di più distante dalla verità! La progressività della sospensione e il particolare percorso ruota determinano una reale sensazione di maggiore escursione. Con i moderni ed efficienti sistemi di sospensione ci è capitato spesso di avere questa sensazione, ma in questo caso possiamo tranquillamente quantificare, paragonando la sospensione della SB5c a quella di altre ottime bici con 140/150mm di escursione. Molto sensibile e ben gestita, consente di utilizzare prevalentemente la parte centrale della corsa in modo fluido e consistente, tenendo sempre un buon margine dal bottom out per gli urti più importanti.

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Bilanciata sia a terra che in aria, ha un baricentro piuttosto basso che la rende intuitiva in curva e facile da gestire nello stretto, dove si fa apprezzare per la sua agilità. I 67° dell’angolo di sterzo sono piuttosto discesistici per la destinazione d’uso della bici, e conferiscono un’ottima stabilità in discesa, sia nei tratti ripidi e tecnici che in quelli particolarmente veloci, dove anche la qualità della nuova Fox 34 da 140mm gioca un ruolo importante. Lo stem da 70mm che abbiamo apprezzato in salita, talvolta implica una maggiore attenzione alla distribuzione del peso del corpo per tenere la ruota anteriore incollata a terra nelle curve veloci, ma la posizione di guida dominante consente di recuperare facilmente gli errori di impostazione, garantendo una certa sicurezza e un buon feeling anche quando si spinge la bici a velocità sostenuta.

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Conclusioni

Una Trail bike elegante e molto curata nei dettagli, che esprime con una certa classe le elevate prestazioni che sa offrire. La Yeti SB5c è una bici insaziabile dalla quale non si vorrebbe mai scendere. Sia in salita che in discesa i trail sembrano sempre troppo brevi.

Allestimenti e prezzi

L’unico allestimento come bici completa importato in Italia riguarda proprio l’allestimento XO1 che abbiamo testato, che è offerto al pubblico al prezzo di €6.899,00 ed è già disponibile presso i rivenditori Yeti. Da metà gennaio 2015 la Yeti SB5c sarà inoltre disponibile come telaio, con ammortizzatore Fox Float CTD Adjust, al prezzo di €3.399,00 oppure come kit telaio/forcella, con Fox 34 Float CTD Adjust, al prezzo di €4.399,00. Per tutte queste opzioni si può selezionare la colorazione nera oppure il classico turchese Yeti. Le taglie a disposizione sono S,M e L, mentre per le taglie XS e XL occorre una prenotazione specifica.

Nell’allestimento XO1 che abbiamo testato, la Yeti SB5c ha un peso verificato di 11,9kg senza pedali, mentre il telaio senza ammortizzatore ha un peso dichiarato di 2,31kg.

Yeti Cycles è distribuita in Italia da Releven

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