Il Parabellum è la proposta per l’all mountain di MET. Come è prassi per questo genere di caschi, la struttura non si discosta molto da quella di un casco da crosscountry, anche per quanto riguarda imbottiture e sistemi di ritenzione. Cambia invece l’area di copertura, che in particolare per quanto riguarda la zona occipitale è più estesa. Frontalmente e lateralmente, la forma è inoltre studiata in modo da poter utilizzare anche la maschera.
La tecnica di costruzione della calotta, denominata In-Mould Intelligence Fusion, a pari volume e densità del materiale presenta migliori proprietà assorbenti rispetto alla costruzione In-Mould classica.
MET ha sviluppato un proprio sistema di misura per indicare il livello di ventilazione dei caschi, sistema che si basa sulla valutazione di due parametri: il primo è la superficie di contatto con la testa espressa in percentuale. Il secondo è il cosiddetto “fattore di raffreddamento”, espresso numericamente e calcolato mediante l’analisi computerizzata dei flussi d’aria. Nel caso del Parabellum i due valori sono rispettivamente 55% e 7.5, anche se non viene specificato quanto sia ampia la scala per la misurazione del CF (supponiamo da 0 a 10). Se volete approfondire cliccate questo link.
Il Parabellum è dotato di serie del “MOPOV Kit”, dove MOPOV sta per My Own Point Of View. In pratica un sistema di fissaggio per la helmet cam che trova alloggiamento nella parte mediana superiore del casco.
Le aperture per la ventilazione presenti nella calotta sono ben 28. A queste si aggiungono 5 feritoie ricavate nella visiera, due delle quali particolarmente ampie. Il peso da noi rilevato in taglia M è di 283 g, molto contenuto considerata la tipologia di casco. Cinque i colori disponibili e due le taglie: M (54-58 cm), L (59-62 cm).
All’esame statico il Parabellum trasmette in generale la sensazione di un prodotto realizzato bene e con materiali di buona qualità. Gli accoppiamenti fra le parti sono infatti precisi e le rifiniture prive di sbavature anche a livello estetico. I cinghietti, realizzati in una particolare fibra di poliestere che garantisce elevate doti di dispersione del sudore, sono morbidi e piacevoli al tatto. Idem per quanto concerne le imbottiture, presenti in quantità piuttosto limitata nella sola parte superiore e frontale.
Grazie all’ottima flessibilità del materiale, i cinghietti sotto il mento si regolano abbastanza facilmente in lunghezza anche a casco indossato. Efficace è anche la regolazione del punto di congiunzione sotto le orecchie, affidata ad un dispositivo a “clip” pratico e veloce.
La regolazione della ritenzione occipitale, praticamente a variazione continua, avviene tramite una rotella posta nella parte posteriore del casco. L’operazione è facilmente e velocemente fattibile con una sola mano mentre si pedala, il che permette di allentare un po’ la presa in salita e stringere in discesa per avere la massima stabilità.
La lunga visiera può essere regolata nella sua inclinazione entro un ampio range. Nella posizione più bassa prosegue idealmente le linee della calotta, ma interferisce nella parte periferica superiore del campo visivo, cosa che alcuni possono trovare fastidiosa (il sottoscritto, ad esempio). Il dispositivo di regolazione si affida a due piccole rotelle in plastica dalla superficie dentata. Una è solidale alla calotta, mentre l’altra è ricavata nella visiera. Montando la visiera le rotelle si interfacciano, ed a seconda della posizione reciproca si ottengono enne diverse inclinazioni. Una piccola vite in alluminio anodizzato provvede a mantenere il tutto in posizione. Ovviamente il dispositivo è presente su entrambi i lati del casco. Se la spiegazione vi è (comprensibilmente) parsa fumosa, guardate le foto che seguono…
Sulla carta tutto perfetto, nella realtà la regolazione si è dimostrata piuttosto macchinosa. Il problema principale è il sottodimensionamento delle varie parti, in particolare della dentatura. Insomma, una cosa da fare comodamente seduti sul divano, con una bella luce ed una discreta dose di pazienza. Non essendo il sistema dotato di una frizione che permetta alla visiera di ruotare, è inoltre abbastanza probabile danneggiarla in caso di caduta.
Le cose non sono andate meglio quando abbiamo messo mano alla regolazione dell’inclinazione della calotta, affidata a due piccoli registri a tre posizioni in materiale plastico posti al di sopra della rotella di regolazione della ritenzione occipitale. Il principio di funzionamento si basa su due parti in plastica che scorrono una rispetto all’altra con un nottolino che si va ad inserire in uno dei tre alloggiamentio previsti. Anche in questo caso il problema principale è dato dai dimensionamenti lillipuziani del tutto, con l’aggravante della posizione scomoda da raggiungere. Morale della favola: se proprio sentite la necessità di effettuare questa regolazione fatelo, con la consapevolezza però che la dose di pazienza necessaria sarà questa volta molto maggiore.
La stessa prova l’abbiamo fatta con tre diverse maschere, una specifica per bici e due da sci. Una delle due maschere da sci si è rivelata incompatibile, nessun problema con le altre due.
La sigla MOPOV significa “My Own Point of View” e si riferisce all’adattatore per il montaggio di telecamere sul casco. È composto da due parti che vengono inserite nell’apertura per la ventilazione centrale, di cui hanno la forma, e, grazie ad una vite esagonale, vengono avvitate e fissate. Nella parte interna un velcro permette di attaccare una copertura nello stesso materiale degli spessori.
Abbiamo girato dei video con la GoPro montata sul Parabellum. L’abbiamo fissata con il classico attacco adesivo in dotazione alla GoPro, e la telecamera è rimasta senza problemi al suo posto. La posizione centrale sopra la testa è l’ideale per riprese sia in direzione di marcia che nel verso opposto. In quanto a vibrazioni, qui il MOPOV può poco. La cosa migliore è serrare il casco molto bene sulla testa.
Se dobbiamo farne un appunto, questo riguarda il materiale della vite, non molto robusto e a rischio di spannaggio della testa della vite stessa, dove si inserisce la chiave esagonale. Per il resto il MOPOV non si nota e può rimanere al suo posto anche quando non si filma senza essere notato.
La comodità è la prima cosa che si valuta in un casco, per quanto sia un parametro che inevitabilmente presenta un ampio margine di soggettività. Ciò detto, il Parabellum è da questo punto di vista un po’ particolare: appena calzato sembra infatti premere leggermente in zona tempie. Tempo qualche decina di secondi e l’effetto scompare totalmente, lasciando spazio ad una sensazione di avvolgimento molto uniforme sia lungo la circonferenza del capo che superiormente. Merito del Gel 02 che richiede un istante prima di adattare la propria forma? Francamente non l’abbiamo capito, sta di fatto che abbiamo trovato il Parabellum molto comodo anche indossandolo per diverse ore consecutive.
Efficace ci è parso anche il sistema di ritenzione occipitale e conseguentemente la stabilità, ottima anche percorrendo terreni particolarmente accidentati. Nessun problema neppure con le regolazioni: sia i cinghietti che la visiera mantengono perfettamente le posizioni impostate. Parlando della visiera, la macchinosità della regolazione rende abbastanza inutile la possibilità di sollevarla al punto di permettere l’alloggiamento della maschera al di sotto di essa nei momenti di riposo.
Per quanto riguarda freschezza e ventilazione, avendo provato il casco nel periodo invernale non ci è stato possibile metterlo sotto torchio più di tanto. L’impressione è stata comunque molto buona, tanto è vero che gli occhiali abitualmente utilizzati in abbinamento a caschi di pari tipologia ci sono parsi meno propensi all’appannamento. Bene anche la dispersione del sudore: il gel sulla parte frontale del casco compie effettivamente il suo lavoro evitando che le gocce colino negli occhi o sugli occhiali.
Il Parabellum è molto valido per quel che concerne le caratteristiche principali e più importanti richieste ad un casco da all mountain: stabile, comodo, leggero e ben ventilato. Il sistema di regolazione della visiera e dell’altezza della calotta non sono però all’altezza della qualità generale e del prezzo.
Peso rilevato (tg. M): 283 g
Prezzo di listino: 160 Euro
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