Andrea Bruno e Transition Bikes ci hanno gentilmente messo a disposizione una Covert 29 da usare a Whistler, ecco le nostre impressioni di riding!
La Covert 29 è una bici da AM-Enduro con 140mm di escursione anteriori e posteriori e ruote da 29″. Un prodotto insomma molto interessante.
Il telaio della Covert è realizzato completamente in alluminio 6061. Lo schema di sospensione è un monocross assistito, con l’infulcro principale sul piantone sella all’altezza di una corona da 36T. Nella parte superiore i foderi alti spingono una biella, che comprime l’ammortizzatore. In questo modo è possibile migliorare la rigidità del forcellone inferiore e gestire al meglio la curva di compressione. E’ uno schema adottato da diverse case, ma ogni interpretazione permette di ottenere risultati diversi. Attenzione però a non confonderlo con un giunto Horst o FSR, in cui il fulcro posteriore è sul fodero basso.
Le geometrie sono piuttosto classiche per una 29″ di questa categoria: non abbiamo angoli apertissimi, ma geometrie raccolte per migliorare la maneggevolezza. L’angolo sterzo è di 68°, quello sella di ca 74°, bello verticale per ottimizzare la pedalabilità. Il carro è lungo 449mm, non cortissimo, ma nella norma per una 29″ da 140mm. Il passo è di 1158mm, l’orizzontale virtuale è 590mm. Tutte le misure sono riferite alla L che avevo in prova.
Passiamo ai componenti: sospensioni Fox Kashima, con forcella Float 34 da 140mm ed ammortizzatore Float CTD Boost Valve. Memore dell’esperienza della BMC, stavolta ho optato per un setup morbido e devo dire che non sono rimasto deluso dal reparto sospensioni!
La trasmissione è una doppia Shimano XT con corone 26-38. Nessun particolare problema di pedalabilità, seppur l’abbia usata molto in bike park. Il 26T è comunque lunghetto su una 29″, a me è andata bene che ho una buona gamba e sono abituato a pedalare di peggio (monocorona 34T).
Al posteriore troviamo un deragliatore XTR Shadow + con frizione. Insieme al tendicatena MRP 2x per doppia con paracolpi integrato, la catena non si muove di un millimetro. Unico problema un po’ di durezza nell’azionare il manettino con frizione inserita (e le guaine erano nuove!).
Freni Shimano XT con dischi da 180mm: veramente validi. Estremamente modulabili, piuttosto potenti. Tendono leggermente a surriscaldarsi sulle lunghe ed impegnative discese, ma la perdita prestazione non è così netta da causare problemi nella guida. La colpa è sicuramente anche delle ruote più grosse e delle lunghe discese del bike park.
Manubrio Easton Havoc Carbon da 750mm, una misura perfetta. Le ruote Easton Haven 29″ si sono rivelate abbastanza robuste: nonostante i salti del bike park e qualche wippata sull’A-Line non andata proprio a buon fine, dopo una settimana erano ancora piuttosto dritte. Le gomme, Schwalbe Hans Dampf 2.35 si sono rivelate decisamente leggerine: ben 4 forature, tutte per pizzicatura, nonostante usassi pressioni decisamente elevate. Forse montandole tubeless il problema si può in parte limitare.
La prima cosa che faccio, anche su consiglio di Andrea Bruno che usa e possiede questa bici, è di abbassare il più possibile lo stem. E’ oramai una prassi sulle 29″: essendo l’avantreno molto alto a causa della forcella più lunga e della ruota più grande, so già che mi trovo meglio con il manubrio più basso possibile.
Come detto prima, per le sospensioni ho preferito un setup piuttosto morbido. Le ruote più grosse tendono già di loro a galleggiare sugli ostacoli, quindi non serve particolare sostegno da parte di forcella ed ammo per evitare insaccamenti o impuntamenti. Se questo da un lato assicura un miglior confort e un miglior assorbimento degli ostacoli, complice anche l’escursione limitata, ho avuto qualche problema di fine corsa sui salti, specialmente sui drop. Credo che comunque siano condizioni al limite per la tipologia di bici, che non è un mezzo da park e da salti.
Sarò sincero, la bici l’ho usata prevalentemente nel bike park. Non ho resistito, il fatto di avere dei percorsi così divertenti a disposizione mi ha fatto passare il desiderio di pedalare, più di tantocomplice anche un meteo piuttosto incerto.
Qualche giro pedalato l’ho comunque fatto, anche se un po’ diverso dal giro AM tipo che si trova sulle alpi. Ho sfruttato i vari sentieri di fondo valle, che sono sostanzialmente dei saliscendi. Sono sentieri disegnati apposta per le bici, solitamente hanno salite abbastanza tecniche con rocce, sassi, radici seguite da discese guidate, tortuose e mai troppo veloci.
Che dire, sul pedalato la bici se la cava bene. Ho usato sempre l’ammo in posizione aperta, visto che le salite erano brevi e si alternavano ad altrettanto brevi discese, ma l’impressione è stata di un mezzo molto performante sulle salite tecniche, dove passa su tutto. Ottima la trazione delle Hans Dampf, ottima l’impostazione in sella della bici.
Passiamo ora alla discesa, l’ambito in cui ho avuto modo di mettere più alla prova la Covert 29.
Partiamo dal veloce, i cosiddetti sentieri “flow” (quelli così veloci da farti quasi dimenticare dell’esistenza dei freni!). Quando le velocità sono elevate, i percorsi larghi e ricchi di saltoni, la Covert si è comportata molto bene. Il carro posteriore lavora in maniera egregia sugli ostacoli e sulle brake bumps, a patto ovviamente di non frenare, come molti monocross. L’inibizione in frenata non è comunque particolarmente marcata.
Sul veloce la bici scorre bene, si prende velocità facilmente. Sugli spondoni trasmette una buona sicurezza, sui salti schizza via dai kick come un missile, bisogna solo stare molto attenti ad impostare bene il salto con braccia e gambe, per evitare che scalci. Più che un problema della bici però questo è un limite della scarsa escursione. La poca escursione si sente anche sull’atterraggio, dove l’assorbimento non è dei migliori ed il colpo trasmesso al rider è considerevole quando i salti si fanno grossi. Consideriamo però una cosa: la Covert 29 non nasce come bici da bike park, il suo ambito di utilizzo è un’altro. Detto ciò, la Covert permette comunque di divertirsi anche in questo contesto. Ho osato anche salti da più di 2 metri (ovviamente con un landing quasi perfetto) e con un po’ di tecnica non ho avuto particolari problemi.
Passiamo ora al tecnico. Sassi, radici, ripidi: questo è il terreno della Covert 29. I sentieri tecnici di Whistler non sono però come i nostri: c’è sempre la possibilità di copiare, non ci sono curve strettissime ed i tratti ostici sono quasi tutti su tratti rettilinei. E’ insomma un tecnico artificiale, che non richiede l’utilizzo di manovre trialistiche o di fare curve strette, ma solo di andare dritto e di scegliere la giusta traiettoria. In questa tipologia di sentiero la Covert 29 se la cava alla grande: anche alle basse velocità trasmette un’ottima sicurezza, non tende quasi mai ad impuntarsi od insaccarsi. Non serve pedalare, anche se si incontra un tappeto di radici e si è quasi fermi la bici non rallenta, mantiene molto bene la sua velocità. Unico limite, il movimento centrale piuttosto basso: ho dato più di una raschiata con il paracolpi.
Vediamo ora al guidato: a Whistler ci sono molti sentieri che richiedono di guidare veloci tra gli alberi, con curve in rapida successione su terreno più o meno sconnesso. In questa situazione la Covert 29 paga qualcosina… Mi spiego meglio, finchè le curve non sono troppo strette la bici è un missile. Si guida bene, si rilancia alla grande. Il limite lo si sente quando il tracciato si fa più tortuoso. Nelle curve strette, non si sente una particolare agilità e si deve cercare di allargare bene la traiettoria per non perdere troppa velocità. Anche nelle sezioni stile “pumptrack”, con gobbe e cunette da pompare (ci sono alcuni sentieri di questo tipo, come il Ninja Cougar, che sono spettacolari!) si sente una certa pigrizia. Colpa delle ruotone forse, ma colpa sicuramente di un passo e di un carro abbastanza lunghi. C’è comunque da dire che un po’ tutte le 29″ che ho provato hanno questa caratteristica: tendono a mantenere bene la velocità sugli ostacoli, ma quando c’è da pompare o da lavorare di braccia e gambe dimostrano una certa pigrizia.
Che dire insomma in generale: la Covert 29 mi è piaciuta parecchio! Chiaramente non è un mezzo pensato per il bike park, ma in ottica AM è sicuramente una bici molto divertente. Divertente da guidare sui sentieri flow e guidati, divertente per affrontare tratti sconnessi, gradonati o tappezzati di radici in piena sicurezza. A questo si abbina un’ottima pedalabilità e delle eccellenti doti di arrampicatrice sul tecnico. Paga qualcosa in termini di maneggevolezza, quello si.
Non la definirei un mezzo propriamente enduro, perchè credo che le manchi qualcosa in quanto a prestazioni in discesa per essere inserita in questa categoria, ma la classificherei come AM. Una bici per giri lunghi, per scendere su ogni tipo di sentiero, non per forza impiccati sul tecnico. Un mezzo insomma molto versatile, pedalabile per tantissime ore e sicuro su ogni tipo di discesa. Se poi capita anche la giornata di bike park, ci si può comunque divertire.
Rear Shock Fork Stem Handlebar Headset Crankset Brakes Tires Seatpost Saddle Grips Cassette Wheelset Rear Shifter Front Shifter Rear Derailleur Front Derailleur Chainguide Chain Pedals |
COVERT 29 1 Fox Float CTD Adjust BV Kashima Fox 34 Float 140 CTD Adjust FIT Kashima Easton Haven 55mm Easton Havoc Carbon (750x20mm, 31.8mm) FSA NO.57E Headset Black (ZS44/ZS56, Tapered Fork) XT Crankset FC-M785 (175mm, 38/26t, 73mm, Black) XT BR-M785 180mm w/ Ice-Tech Rotors Schwalbe Hans Dampf 29 x 2.35 (Snakeskin, Evo, TL Ready) Reverb Seatpost 125mm (31.6mm, 420mm, Left MMX, Black) Transition Park n Ride AM Transition Logo Lock On XT CS-M771 Cassette (10sp, 11-36) Easton Haven 29 Wheelset (UST, 15mm Front / 142mm Rear, Black) XT SL-M780 Rear Shifter (10sp, iSpec) XT SL-M780 Front Shifter (2/3sp, iSpec) XTR RD-M985 Shadow Plus Rear Derailleur (GS) XT FD-M786 Direct Mount Front Derailleur (Black, Double, Dual Pull) MRP 2X Chainguide (34-38 Outer, Black) FSA Team Issue 10spd None |
PREZZO: 5500$
Produttore: Transition Bikes
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