Tioga Disk Drive

Autore: Francesco Mazza

Parlando di MTB vintage, c’é un prodotto che rappresenta gli albori della Mountain Bike forse più di ogni altra cosa. Si tratta di un oggetto uscito tra il 1989 e il 1990, che fu di culto, ammirato e desiderato, sia per l’impatto estetico che per la sua tecnologia intrinseca. Stiamo parlando della ruota posteriore Tioga Disk Drive Geodesic Webbing, anche conosciuta come Tioga Tension Disk.

La Disk Drive era prodotta dalla Sugino e commercializzata da Tioga che, grazie al campionissimo John Tomac, godeva di un appeal commerciale enorme. Si trattava di un prodotto costosissimo, molto delicato e soggetto a rotture, ma nonostante questo, restava il sogno proibito di molti rider dell’epoca, e furono in diversi a togliersi questo costosissimo sfizio. Il kit veniva venduto come coppia di “dischi”, da montare su mozzo e cerchio che andavano acquistati a parte. Il mozzo più indicato per l’assemblaggio di questa ruota era lo Shimano Deore XT a 36 fori, mentre per il cerchio c’era più scelta, a patto che fosse 36 fori e a profilo basso, per poter avere adeguato margine di tensionatura.

I dischi delle Tioga Disk Drive erano formati da un tessuto di kevlar, laminato con resina a una pellicola di materiale termoplastico, e venivano fissati tramite apposite viti al mozzo, mentre dal lato del cerchio venivano avvitati alle sedi dei nippli attraverso dei nottolini in alluminio. I nottolini avevano la funzione di ancorare e far scorrere su loro stessi il cavo di kevlar che consentiva la tensionatura. Questo cavo era la vera e propria anima delle ruote Tioga Disk Drive, a cui era affidato il compito strutturale, normalmente svolto dai raggi in acciaio.

Il sistema presentava l’inconveniente di dover smontare copertoni, camere d’aria e fascia paranippli ogni volta che si rendeva necessario centrare e registrare la tensione della ruota. Un altro svantaggio era quello di non poter utilizzare delle normali pompe per il gonfiaggio, ma occorreva adoperare l’apposita prolunga fornita di serie con il kit. Questa prolunga permetteva di accedere più o meno agevolmente alla valvola, passando per una piccola asola posta su entrambi i dischi, che andava piazzata in corrispondenza della valvola stessa quando si assemblavano i dischi sulla ruota. Nel kit erano compresi anche un apposito frenafiletti, nonchè le viti e gli attrezzi specifici per il montaggio.

Pubblicità delle Tioga Disk Drive con John Tomac come testimonial:

Negli anni a seguire, sono state prodotte altre due versioni. La prima, dal nome di Tioga Disk Drive Pro, affiancava la preesistente versione (denominata Comp in seguito all’uscita della versione Pro) e si differenziava prevalentemente per il materiale utilizzato per il disco, che era interamente plastico e trasparente, con un risparmio di peso di 32 grammi.

La prima versione delle Tioga Disk Drive Pro:

La seconda di queste due versioni invece, prodotta successivamente come evoluzione della Tioga Disk Drive Pro, utilizzava mozzi e cerchi a 32 fori e la disposizione del cavo di kevlar eseguiva dei passaggi completamente diversi. Questa versione era stata ottimizzata per l’assemblaggio con mozzi Shimano XTR, la scelta dei pro rider di quel tempo. Modifiche volte ad alleggerire ulteriormente la ruota e a irrobustirla, rendendola inoltre più rigida e performante.

La seconda versione delle Tioga Disk Drive Pro, per assemblaggi a 32 fori e con differente struttura a ragnatela del cavo in kevlar:

Il pregio di questo prodotto, oltre all’aspetto “scenografico” che già ai tempi faceva molto presa sugli acquirenti, era la sua caratteristica di deformarsi elasticamente, per assorbire urti e forti compressioni, favorendo un contatto migliore con il terreno. Questa ruota veniva montata prevalentemente sulle bici rigide o al massimo front suspended di quell’epoca, quindi le sue caratteristiche emulavano di fatto il comportamento di una sospensione posteriore. La capacità di assorbire gli urti e di reagire immediatamente riacquistando rigidità e reattività era un vero valore aggiunto per gli standard di quel periodo.

Un’altra caratteristica per cui si è fatta apprezzare da molti pro rider, era quella di riuscire ad assorbire l’energia cinetica che subiva quando veniva compressa nelle curve, per poi rilasciarla in uscita di curva, offrendo un grandissimo spunto per il rilancio, affiancato alle grandi doti di trazione.

Ovviamente, in quanto lenticolare, aveva anche il vantaggio dell’aerodinamicità, che tutto sommato poteva considerarsi poco rilevante, considerando le velocità medie della gran parte delle gare di MTB, in particolar modo di quelle di Cross Country.

Ultimo ma non ultimo, forse l’aspetto per cui questa ruota è maggiormente ricordata ancora oggi da chi l’ha vista e sentita all’opera: il suo inconfondibile rumore, che si poteva distinguere a decine di metri di distanza. Ricordava una sorta di rullante di batteria, fatto di plastica invece che di pelle. L’intercapedine che si creava tra i due dischi formava una cassa di risonanza, mentre l’elasticità stessa della ruota, faceva cambiare il timbro del suono in base a quanto la ruota fosse compressa in quel momento. Un ensemble sinfonico davvero molto particolare!

Replica della Releigh John Tomac del 1993:

Mountain Bikers del calibro di John Tomac e Greg Herbold hanno reso famosa questa ruota grazie ai loro risultati in gara, ma si tratta di un componente che è stato largamente utilizzato da un grande numero di atleti nelle gare di MTB dei primi anni ’90, sia di XC che di DH. I problemi di affidabilità, che spesso portavano a rotture disastrose del Disk Drive, hanno costretto più volte gli atleti ad abbandonare la gara. Ciò nonostante i suoi indubbi vantaggi rispetto alla tecnologia dell’epoca, ne facevano comunque la scelta privilegiata e irrinunciabile per molti top rider. Per John Tomac fu anche prodotta una versione per ruota anteriore, commercializzata in edizione limitatissima.

John Tomac a Mont Sainte Anne nel 1994, raggiungeva il traguardo correndo a piedi in seguito alla rottura della Tioga Disk Drive:

Guardate al minuto 4:31 di questo video della World Cup di Cap d’Ail del 1993 cosa è successo a una Tioga Disk Drive!

Per ulteriori curiosità, potete consultare il manuale di istruzioni al seguente link:

 Manuale Istruzioni TIOGA Disk Drive

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