Al Monte Tamaro nel 2003 si svolsero i campionati del mondo di downhill, vinti da un signore di nome Greg Minnaar. Da allora ne è passata molta di acqua sotto i ponti, compresa una pista di discesa creata da Claudio Caluori nel 2009, ormai abbandonata nella parte alta e molto tecnica e lenta in quella bassa.
Il vero tesoro di questo posto, però, si trova sull’altro versante, quello che scende verso il lago di Lugano e che vuole essere raggiunto tramite una ripida salita su una sterrata scassata. 350 metri di dislivello che i più veloci percorrono in sella in circa 20 minuti, mentre i più rilassati si fanno spingendo e parlottando del più e del meno.
Dalla Capanna Tamaro parte un traverso super roccioso ed in parte esposto che richiede molta attenzione se percorso in bici. Non solo per il dirupo sulla destra, ma per le pietre taglienti che hanno chiesto il loro tributo anche nel video. Superata la bocchetta sotto la cima del Tamaro, seguono quattro tornanti franati a causa delle abbondanti nevicate di 3 anni fa. Ancora 1 km di rocce che richiedono un buon flow per poter essere passate senza problemi, e poi inizia un delirio di discesa che vi farà arrivare fino a Manno, dopo ben 15 km, stanchi ma soddisfatti.
Non è una discesa facile. Pur essendo, nella sua prima parte, un tratto del percorso ufficiale Lugano Bike 66, è richiesta una buona tecnica di guida per poterlo affrontare, e possibilmente una full dall’escursione generosa.
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