Transardinia – l’arrivo in Sardegna

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Dopo aver ben gestito un primo volo di ansia e terrore, mi sono lasciato prendere dal panico per il secondo tratto.
All’aeroporto di Linate, davanti al gate, aspettando l’imbarco, noto un tizio sulla sessantina di corporatura basso-grassa vestito da ufficiale di marina o giù di li che ascolta musica da un iphone ritmando con la testa la musica. Non il tipo di ufficiale che seguireste in battaglia insomma.
Mi convinco che sia un sommergibilista sardo in rientro da una licenza, poi scorgo sulla divisa delle ali e sul suo trolley un’etichetta con scritto: “Alitalia crew”. Di colpo mi assale il terrore che sia il comandante del mio volo e che scambierà la pista di decollo con quella di atterraggio e cose simili.
Per distrarmi orecchio la conversazione di un tizio canuto che dialoga con un altro:
-“Tu hai fatto campagna per me? Perché questa volta è importante. Dopo tanti anni sento che è venuto il momento di dare finalmente alla mia alla città dopo che lei ha dato tanto a me.”
-“Certo Luigi, e che scherzi, l’ho dato a tutti il tuo santino!”

Lo sguardo si abbassa dall’abito grigio sulle scarpe del politico: due mostruosi mocassini marroni con un enorme monovelcro. Due mocassini marroni da triathlon.
Penso che non riusciro’ più a togliermi questa terribile immagine dagli occhi e penso che sia tremendo morire proprio con due mocassini marroni col monovelcro mentre l’aereo sprofonda nell’idroscalo pieno di milanesi che fanno il bagno e mangiano la cassouëla.

Alla fine pero’ sopravvivo ed arrivo a Cagliari, dove ad aspettarmi ci sono i ragazzi della Transardinia col loro land rover, e che dopo 3h di auto mi portano ad Olbia.
Nel tempo del viaggio e dopo la cena in un ottimo agriturismo mi convinco che sono in buone mani.
Ho appreso che fotografano la gente mentre dorme e dell’esistenza della tecnica dello sbiancamento anale da una guida che asserisce di non mangiare maiale per motivi non meglio precisati.
Per il resto ho solo la strizza della giornata che mi aspetta: 9h e 70km di mtb e tot n-mila metri di dislivello. Il tutto condito dai racconti di gente che nelle passate edizioni è stramazzata, ha avuto crisi epilettiche e o mistiche ed è finita cotta con la menta sotto le ascelle…

A presto (spero)

 

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