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Alle 6.30 di una fredda mattina di fine estate passiamo il confine di Tubre fra Italia e Svizzera e in pochi minuti arriviamo a S. Maria. Le prime luci dell’alba cominciano a rischiarare il cielo ancora avvolto dall’oscurità mentre scarichiamo le bici e ci avviamo verso il passo Umbrail, il passo Stelvio e il rifugio Pirovano a 3020 metri, nel cuore del ghiacciaio dello Stelvio. Si potrebbe salire anche con la corriera della linea postale svizzera, ma non la prendiamo per alcuni validi motivi: primo oggi abbiamo solo la mattina libera e perciò dobbiamo partire presto, secondo ci va di pedalare e non temiamo la salita e terzo arrivare al passo con bici in corriera costa circa 25 euro (!), e dopo averla presa una volta in occasione della scalata al piz Umbrail (http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=273008) ho pensato bene che una bella pedalata può essere solo salutare, perlomeno per il portafoglio!
Ci aspettano perciò 1700 metri di dislivello fino al ghiacciaio dello Stelvio, fra l’altro completamente pedalati, visto che questo è l’unico tremila di tutto il nordest raggiungibile in mountain bike senza mai scendere di sella. In un paio d’ore siamo ai 2500 m del passo Umbrail, ritorniamo in Italia e in mezz’ora siamo al passo dello Stelvio. Se alla partenza la temperatura era già bassa, qui lo è ancora di più, siamo intorno allo zero anche perché una fitta coltre di nubi scherma il sole. Decidiamo allora di fare una prima sosta con cappuccino e brioche e, visto che siamo ciclisti, la bella barista ci premia con un OK, riservato a chi di solito conquista il passo.
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Per noi invece questo è (quasi) solo il punto di partenza, infatti è da qui che tenteremo la conquista di tre tremila metri nel poco tempo che ci rimane. Ho infatti studiato un itinerario che prevede di arrivare tre volte sopra i tremila metri in bici, prima dove finisce la strada di servizio agli impianti del ghiacciaio dello Stelvio, a quota 3030, poi sul monte Scorluzzo a quota 3100 e poi sulla punta Rossa a quota 3025.
Usciamo perciò dal bar riscaldati e rifocillati e subito una sorpresa: sta cominciando a nevischiare! Poco male, indossiamo una giacca leggera, copriamo lo zaino e via sulla strada che sale ripidissima verso il rifugio Pirovano.
In meno di mezz’ora siamo al cospetto del ghiacciaio, la strada finisce, ma ormai siamo oltre i tremila e il primo obiettivo è raggiunto.
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Per fortuna ha smesso di nevicare, qualche pallido raggio di sole fa capolino e anche la temperatura è un po’ più alta, tanto che non ci cambiamo neanche e scendiamo verso il passo delle Partigliole.
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Da qui bici in spalla e 200 metri di dislivello per raggiungere il monte Scorluzzo a 3100 m.
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Purtroppo mentre noi salivamo è salita anche la nebbia e non riusciamo a vedere il panorama che ci aspettavamo. Robi però mi dice: ci cambiamo e mangiamo qualcosa, vedrai che intanto la nebbia si dirada. Dopo un quarto d’ora cominciamo la discesa, giusto il tempo di scattare un paio di foto in cima
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e improvvisamente arriva una folata di vento. Di colpo la nebbia si dirada e possiamo vedere lo splendido panorama a 360°.
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Il sentiero per la discesa è splendido, ripido ma liscio e con il fondo che tiene ottimamente.
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Qualche bel tornantino stretto per aumentare il divertimento,
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qualche tratto veloce e in breve siamo in fondo al sentiero,
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peccato che siano solo 200 metri di dislivello.
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Continuiamo a scendere fino al passo dello Stelvio. Ormai sono le 10 e il passo si è popolato di varia umanità, purtroppo non solo bici, ma anche moto, suv, pullman e quant’altro possa disturbare la quiete della montagna, sembra quasi di essere in centro a Milano!
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Perciò senza fermarci cominciamo la ripidissima salita fino al rifugio Garibaldi, con l’Ortles a fare da magnifica cornice.
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Adesso ci dirigiamo verso nord, un bel sentiero ci porta verso la punta Rossa,
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qualche su e giù con un tratto ancora innevato dal passaggio dell’ultima perturbazione,
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poi arriviamo proprio sotto la cima.
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Ci aspetta adesso ancora un tratto a piedi, ma in meno di mezz’ora siamo in cima.
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Il panorama è fantastico e adesso ci aspetta una discesa infinita da 1700 metri di dislivello fino a S. Maria.
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Il primo tratto di discesa è un po’ più impegnativo dello Scorluzzo,
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qualche tornante più stretto e il fondo più cedevole,
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in compenso il panorama è da antologia.
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Arrivati alla sella di Cotsehen ci buttiamo nella valle di Costainas, con l’omonimo lago sullo sfondo.
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Il sentiero è inizialmente flow, poi si entra in uno sfasciume di rocce porfiriche dove, se si vuole continuare a stare in sella, è d’obbligo avere delle gomme con una bella sezione per mantenere un minimo di velocità.
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Passato lo sfasciume, la valle si apre larghissima e diventa sempre più verde, con le cime di confine a fare da corona.
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Un tratto di sentiero a tratti veloce, a tratti ripido su terreno sabbioso
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e poi la valle si addolcisce, ma purtroppo il sentiero diventa appena accennato e si riempie di grosse pietre, obbligandoci a qualche tratto a piedi.
Poi la splendida valle di Costainas diventa più stretta e ripida e anche il sentiero è più scorrevole,
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passiamo un guado
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e il sentiero continua veloce sul prato.
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Ogni tanto dobbiamo fermarci, oltre che per riposare, anche per non perdere il panorama verso la parte alta della valle.
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Arriviamo ad un bivio, il sentiero a sx porta sulla strada dell’Umbrail e poi continua a scendere incrociando la strada asfaltata, noi invece continuiamo diritti, un tratto di forestale con bella vista sulla val Monastero
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e poi un divertente sentiero scorrevole ci conducono fino all’albergo Plattatschas, scendiamo qualche tornante su asfalto e poi, quasi in vista di S. Maria, seguiamo l’ultimo sentiero molto divertente che ci conduce fino in paese.
Sono le 13, il nostro obiettivo è raggiunto, una mattina a disposizione e tre tremila raggiunti!
rider e foto: robi-one e nonnocarb
Itinerario e traccia: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/10850
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