Trek Fuel EX custom per test di durata

Ogni tanto ho la possibilità di montare una nuova bici esattamente secondo le mie esigenze, per adattarla ai sentieri di casa e poterla provare a lungo con diversi componenti da presentare poi sul mag. Lo scorso anno ho usato a lungo la Evil Following, di cui mi piacevano in particolare la geometria aggressiva e il formato 29″. Su alcuni sentieri avrei desiderato un po’ più di escursione, così quest’anno ho optato per un montaggio più aggressivo, pur rimanendo su una trail bike da 29 pollici. Questo è il montaggio ideale che ho affinato dopo qualche mese d’uso.



.

Sono partito da un telaio Trek Fuel EX del 2018, taglia 19.5. Ha 10mm di escursione posteriore in più rispetto alla Following. Dopo aver provato la Evil Calling, mi sono innamorato del Rock Shox Super Deluxe RCT, il migliore ammortizzatore ad aria da me provato. La Fuel EX esce con un Fox Float Evol Thru Shaft RE:Aktiv, una via di mezzo fra ammo con piggy back e uno senza. Visto che voglio portare al limite questa bici, ne ho scelto uno con piggy back.

Trasmissione SRAM Eagle XX1 1X12 con corona da 32 denti, al momento la migliore in circolazione.

La nuova Rock Shox Pike, più leggera della precedente, ma allo stesso livello in quanto a robustezza e rigidità.

Ammortizzatore RockShox Super Deluxe RCT, customizzato per la Fuel. Non si trova in commercio in questa configurazione.

Il Mino Link con cui cambiare la geometria molto velocemente, anche mentre si è in giro. Mi viene comodo quando ho da affrontare lunghe salite, altrimenti lo lascio sempre nella posizione Low.

Freni Guide RSC.

Reggisella telescopico 185mm Bike Yoke Revive. È uno dei componenti che stiamo provando per un test di durata, potrete leggerne un test approfondito nei prossimi mesi.

Il Bike Yoke ha una leva del remoto molto ben pensata.

Ai freni Guide RSC ho abbinato i vecchi dischi G2. Non sono così silenziosi come i nuovi Centerline, ma sono molto robusti e funzionano molto bene sul ripido, considerando che sono entrambi di “soli” 180mm di diametro.

Il fermomanubrio “Knock Block” si è fatto apprezzare durante un paio di cadute in cui il manubrio è rimasto dritto malgrado qualche impatto violento con il terreno.

Ruote Bontrager Line Pro 30, ovvero carbonio relativamente economico. Per poco meno di 1.200 Euro questo set di ruote si è rivelato molto azzeccato, a breve il test.

Ruota libera con 108 punti di ingaggio: un bell’aiuto quando si deve dare quel colpo di pedale necessario per uscire da situazioni al limite.

Manubrio Renthal Fatbar carbon, 800mm di larghezza. È pensato anche per il DH, ma si fa apprezzare in ogni situazione per la sua rigidità non esagerata da diventare scomoda.

Manopole Sensus Lite. Per me, le migliori.

Maxxis Minion DHF 2.3″ all’anteriore. Un classico.

Il Maxxis Minion SS al posteriore mi ha sorpreso per la sua tenuta in curva grazie agli stessi tasselli laterali che si trovano sul Minion. In compenso scorre che è un piacere.

Sella Fizik Monte Kium. La mia favorita.

Infine, qui trovate il multitool Specialized SWAT CC. Per ora si trova solo sui primi montaggi delle Specialized 2018, ma se riuscite a procurarvene uno, non ve ne pentirete.

State sintonizzati per i test di durata!

Storia precedente

Incertezza dell’autunno orobico

Storia successiva

[Video] L’antigrip francese

Gli ultimi articoli in Test

La MTB dell’anno 2024

Qual è la mountain bike dell’anno 2024? Dopo tante elucubrazioni, ecco la nostra preferita. Attenzione: c’è…

[Test] Grin One

Qualche settimana fa ci è arrivata una mountain bike da un nuovo marchio tedesco: la Grin…