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È passato un bel po’ di tempo da quando ho affrontato il mio primo viaggio da reporter. Tutt’oggi prendo come una sfida riuscire a far provare a chi legge le emozioni che vivo durante le mie pedalate.
Di solito mi viene facile associare alle immagini una descrizione per creare così la storia della mia uscita… ma non questa volta.
Le foto di questo report sono rimaste parcheggiate sul mio hard disk da “qualche” mese e mi hanno accompagnato in molte trasferte in giro per l’Europa, nella speranza di trovare il momento giusto per proseguire con la storia iniziata con i due viaggi sulle Dolomiti di Brenta e nel Garda Trentino.
Ogni volta che inizio a sfogliare le immagini di questi due giorni a San Martino di Castrozza mi ritrovo con lo sguardo imbambolato davanti al monitor, finendo con il cercare sul calendario quali potrebbero essere altri due giorni liberi per andare a girare nuovamente su quei sentieri!
II Valsorda Enduro Trail è stato recentemente ripristinato dalla regione rendendolo fruibile alle biciclette.
Il punto di partenza è Cima Tognola, raggiungibile comodamente anche con la funivia appena fuori dal paese.
Tutto è studiato per garantire sempre la massima percorribilità in ogni condizione, alternando tratti in north-shore o lastricati, per evitare terreni paludosi, a tratti naturali in mezzo al bosco.
La pendenza non è mai eccessiva e permette di godersi senza troppi pensieri il panorama.
Le nostre bici corrono velocemente su questo trail da sogno e raggiungiamo velocemente il fondo valle.
Si, effettivamente ci siamo lasciati prendere dall’euforia e anche i migliori hanno qualche inconveniente!
Risaliamo verso Malga Valsorda Alta tramite la strada forestale costeggiata dal Rio omonimo.
La guida ci aveva avvisato che ci saremo ritrovati in un paesaggio incantevole.
La sterrata non ha mai pendenze proibitive e copriamo velocemente il dislivello che ci separa dalla Malga.
Ci rimangono 30 minuti per raggiungere la forcella Valsorda. Purtroppo il terreno smosso e la pendenza ci costringono a proseguire con la bici a spinta.
Prima di imboccare il nostro sentiero in discesa verso la Valle del Vanoi, ci fermiamo per uno spuntino, mentre la nebbia sembra diradarsi per lasciare il posto ad un timido cielo azzurro.
Alcuni bikers del posto hanno ripulito l’antica mulattiera da mughi e massi rendendola nuovamente percorribile.
Giunti a Malga Boalon abbiamo due possibilità: proseguire per Caoria dove ci attende l’autobus o scendere verso Canal San Bovo e successivamente prendere un taxi per rientrare a San Martino di Castrozza.
Abbiamo ancora un bel po’ di ore di luce e decidiamo per la seconda ipotesi. Nel caso voleste ripetere l’itinerario vi invito a non percorrere per intero la ripida strada asfaltata, ma di prendere il sentiero che diparte a circa 1300 metri di quota, in direzione Prade.
Con il cielo sempre più sgombro dalle nubi e l’intero pomeriggio a disposizione, non abbiamo resistito al richiamo della Val Venegia.
Non è la prima volta che percorriamo questo sentiero ma non ci siamo ancora stancati di frequentare queste zone.
Il nostro itinerario verso la Baita Segantini prosegue tra scorci mozzafiato sulle imponenti pareti delle Pale di San Martino.
Le gambe non sembrano sentire la fatica.
Riusciamo a sfruttare le calde luci di un fantastico tramonto per alcuni scatti da sogno prima di rientrare al nostro hotel.
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