Un giro con la Scalpel Si di Fontana

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Durante la presentazione della nuova Cannondale Scalpel Si, Marco Aurelio Fontana ha avuto la simpatica idea di prestarmi la sua bici per un giro sul sentiero ad anello dove stavamo provando le bici.

“Cambia solo i pedali e l’altezza sella e poi dimmi come ti sei trovato”. Considerando che lui pesa 69, io 71 kg, la cosa ci poteva stare a livello di sospensioni. Per la taglia, essendo io a cavallo fra una media e una large, non c’era problema. Anzi, era una buona occasione per vedere le differenze con la L, che avrei usato tutto il giorno. Fontana è alto 172 cm, io 179.

Grazie al disponibile e precisissimo Giacomo Angeli, il meccanico del Cannondale Factory Racing Team, la bici è stata preparata in pochi minuti, dopodiché mi sono avviato verso il percorso di prova “lungo”. Alcuni passaggi tecnici in discesa su rocce fisse precedevano poi una salita ripida e abbastanza tecnica anche lei. Per farvi un’idea, eccovi l’inizio della discesa, con Fontana sulla sua bici:

Le differenze

La Lefty di Fontana è preparata con il tuning 88+.  Il fatto si nota subito, per una maggiore sensibilità di partenza della forcella e quindi ai piccoli urti. Non che la Lefty montata di serie sia gnucca, anzi, ma si nota come basti un niente per fare cominciare a lavorare quella con l’88+.

La trasmissione è una SRAM Eagle, contro la Shimano XTR che montavo sulla bici in test. Una cassetta 10-50 con corona anteriore da 34, al posto della 11-42 con corona da 32 che usavo sull’altra bici.
Il colore dorato è una vera libidine, bisogna ammetterlo.

Freni SRAM Level Utimate al posto degli Shimano XTR. La maggior pulizia sul manubrio si nota subito, grazie al matchmaker su cui trova posto anche il comando remoto per forcella/ammortizzatore, al contrario dell’incompatibilità con Shimano. Conoscevo già i Level Ultimate perché li sto usando sulla Focus Raven Max che sto testando.

L’attacco manubrio è più lungo: 9 cm contro i 6 che avevo montato sulla Scalpel Si in taglia L. Cambia anche il manubrio, un FSA K-Force di 70 cm di larghezza, contro i 76 cm dell’altro.

Per il resto si tratta dello stesso telaio, delle stesse ruote e dello stesso ammortizzatore. E delle stesse scarpe (haha). Mi sono dunque messo in marcia.

Sul sentiero

Avevo già fatto quattro giri sull’anello lungo, quindi avevo preso confidenza con i passaggi più difficili e con la salita spaccagambe alla fine. Potevo dunque concentrarmi per bene sulla bici. All’inizio ho dovuto adattarmi alla posizione super verticale del manettino del cambio, quasi perpendicolare al terreno. Anche le leve dei freni erano più verticali di quanto le tenga io, ma non così estreme come il cambio.

Sempre rimanendo in zona sterzo, non ho invece avuto problemi ad adattarmi al manubrio più stretto. 76 cm sulla Scalpel Si Race sono veramente tanti per una bici da XC, e sulla Focus Raven uso una piega da 72mm, perciò la differenza con quello che uso di solito non era così accentuata. Mi sono trovato meglio nei passaggi stretti, in particolare una curva vicino ad un albero contro cui avevo picchiato l’estremità del manubrio ben due volte durante la mattina. Inoltre lo stem più lungo necessita di meno leva per sterzare, garantendo una discreta agilità dell’avantreno.

L’agilità della bici in generale era invece cambiata, a favore della taglia M, più giocosa e facile da girare, ma anche più nervosa sul veloce. In salita non ho notato grandi differenze: entrambe le bici tenevano l’anteriore ben attaccato al terreno. Piuttosto, lo SRAM Eagle si è rivelato una manna sul tratto più ripido della salita, permettendomi di affrontare i passaggi tecnici con più scioltezza e calma nella scelta delle linee. Con il 32-42 ero al limite, in diversi casi, e un’esitazione portava a dover scendere di sella. Con il 34-50 invece c’erano le riserve per poter dare quel colpo di pedale in più che ti salva. Il percorso non permetteva di pedalare usando il rapporto più lungo, ma il 10 denti di SRAM è anch’esso un gran vantaggio rispetto all’11 di Shimano. Penso che fra gli amatori, ma non solo, l’1×12 avrà successo.

Come accennato prima, la Lefty di Fontana mi è sembrata da subito più sensibile. Paragonando il sag delle due forcelle, la mia ne aveva di più. Bisogna anche dire che Fonzie va decisamente più forte di me in bici, dunque è lecito aspettarsi una forcella con meno sag per evitare i fondocorsa. L’ammortizzatore invece era leggermente più morbido: se io usavo il 22% di sag, con la bici di Fontana arrivavo verso il 27%. Questo era di serie, senza nessun tuning. In discesa il carro copiava meglio le asperità, in salita dovevo di contro mettermi un po’ più in punta di sella per contrastare il carro più seduto.

Tutto sommato ho trovato le due bici, taglia a parte, molto simili nel loro comportamento. Se si eccettua la Lefty con tuning 88+, l’acquirente di una Scalpel Si Race si trova fra le mani un mezzo molto simile a quello che il Cannondale Factory Racing usa in coppa del mondo: una full da cross country moderna che non è solo una bici da gara. Se ci montate su un reggisella telescopico, la Scalpel Si diventa molto polivalente.

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