Una donna iraniana in MTB | MTB Mag

Una donna iraniana in MTB

7

In occasione della giornata internazionale della donna, il Pump for Peace Racing Team è orgoglioso di presentare la storia di Faranak Partoazar, una mountain biker iraniana che non si è lasciata definire dalle tradizioni o dalle aspettative. Il documentario, della durata di otto minuti, merita assolutamente di essere visto.

La trentaseienne Faranak Partoazar è originaria di Shiraz, una città nel sud dell’Iran, dove è cresciuta e vive tuttora. Ma invece di seguire la strada sicura dell’ingegnere civile, ha deciso di intraprendere una carriera nel ciclismo, un percorso che nel suo Paese non era previsto per le donne da molto tempo. Nonostante i numerosi ostacoli e le barriere sociali, non si è lasciata fermare. La sua passione per il ciclismo non solo è diventata la sua spinta personale, ma anche un simbolo per una nuova generazione di giovani donne che potrebbero seguire le sue orme.


Faranak è consapevole di lottare non solo per se stessa, ma anche per gli altri con ogni percorso che percorre. Descrive la sua motivazione con parole commoventi: “In tutti questi anni, quando molti volevano che mi fermassi, una cosa mi ha fatto andare avanti: la consapevolezza che da qualche parte in Iran c’è un’altra giovane Faranak che sta seguendo la sua passione e vuole sperimentare la libertà e la gioia di pedalare senza paura. E credo che la più grande ricompensa per le mie medaglie e il mio successo sia creare quel barlume di speranza e un percorso nella vita di qualcun altro. Quindi continuo ad andare avanti perché voglio vedere dove sono i limiti”.

Commenti

  1. Brava complimenti; questa dovrebbe essere la normalità, ogni donna deve essere libera li fare ciò che vuole. Purtroppo, ci sono ancora popoli e religioni che ritengono che le donne non abbiano diritti e non possano fare quello che fanno gli uomini.
  2. Brava e certamente coraggiosa a sfidare i costumi locali facendo una cosa che a noi sembra la normalità ma che in quel paese non lo è affatto. Un aspetto che sicuramente ha contributi a darle la consapevolezza di poter fare ciò che la emozionava indipendentemente dalle regole è la cultura , che fa paura alle autorità . Io spero che in molti paesi dove per vari motivi le donne sono considerate alla pari di un oggetto che gli “uomini” possiedono e che possono trattare come meglio credono possa finire in tempi brevi , ma credo sia quasi una missione impossibile .
  3. Sembra incredibile pensando a quello che succede nel vicino Afghanistan, è facile e comodo usare la religione come scusa per riuscire ad annientare e quindi controllare le persone.
    Spero che il suo esempio contribuisca a migliorare la vita delle donne che si trovano in questa situazione.
Storia precedente

La cassa del mistero di Specialized

Storia successiva

Nuova sella Specialized Phenom Pro Mirror

Gli ultimi articoli in News