Milwaukee è una tranquilla cittadina affacciata sul lago Michigan, uno dei grandi laghi nord americani, grande e navigabile quanto un mare (o meglio il più grande lago continentale del mondo se considerato nel complesso Michigan-Huron).
Famosi sono le grandi ali aperte dal vento del Museo d’Arte e il museo ufficiale Harley-Davidson, contenente dalla numero 1 (praticamente una bici con un motore) alla gamma 2012.
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[i]Il museo e le sue ali[/i]
In circa un’ora di mezzi pubblici (80 poi 67) si arriva ad un capannone di periferia, dov’è allestito il [b]Ray’s Indoor Bike Park[/b], attualmente uno dei due Ray’s americani oltre a quello di Cleveland, ma voci parlano di nuovi parchi in previsione.
Il Wisconsin, terra di formaggio e birra, per lo stereotipo tipico, è in realtà per noi biker terra madre di Trek, quindi non c’è da stupirsi se questi sponsorizzi fortemente il Ray’s, insieme a logicamente Gary Fisher e Subaru. Anche Sram e Rockshox, col quartier generale poche miglia a sud (a Chicago), fanno da sponsor.
Fuori ci sono pochi gradi e il tempo è nuvoloso. Prevista pioggia. Un parco interno da queste parti è davvero necessario.
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[i]Insegna[/i]
All’ingresso vengo accolto da due ragazzi, che mi spiegano cosa fare per un novizio come me (qualche modulo e qualche firma richiesta dallo stato del Wisconsin) e biglietto a prezzo speciale: per i novizi 25 dollari per giornaliero e affitto bici (altrimenti è 34). Davvero un ottimo prezzo direi. Lo stagionale, da Ottobre ad Aprile, costa invece 200 dollari e si può lasciare la bici su una parete dedicata. Vi è più gente a lavorare di quanto immaginassi, segno che gli affari vanno tutt’altro che male.
Un ragazzino mi da la bici in affitto. Colpa mia che metto un eccesso di cordialità in un “Cosa mi suggerisci?” e mi trovo appioppata una bici da xc base. Tra l’altro, questo è davvero un po’ un “pischello” e io da meccanico preciso controllando la bici prima di usarla mi ritrovo collarino sella e qr anteriore entrambi allentati. Chiunque altro avrebbe potuto schiantarsi al primo giro senza aver controllato e questi sono i controlli più basilari che anche un “pischello” avrebbe dovuto fare.
Mi fiondo nei giri da xc, quelli che sembrerebbero i più facili. Prima quello più facile totalmente in piano e poi quello medio in continuo saliscendi. Non guido da tempo una xc, considerando che questo è anche un mezzo base e in due giri mi si è chiuso lo sterzo due volte, torno quindi, come già preventivato a farmi dare dal “pischello” un mezzo da Dirt (potete vedere sul sito la scelta di mezzi). Dalla sua faccia mentre gli dicevo che volevo qualcosa con lo sterzo un po’ più aperto, sembrava non avesse mai sentito niente di simile.
Le critiche scritte sopra al “pischello” sono solamente bonarie, nel parco sembra esserci la giusta competenza ed è normale che un ragazzo del genere sia un semplice commesso.
La Dirt Jump, una Trek Ticket Signature, è davvero un bel mezzo (a differenza del mezzo xc), raro da trovare in affitto, con Fox 32 PP15 all’anteriore, freni Avid Elixir1 e singlespeed. La rapportatura è un po’ dura sui rilanci nei percorsi xc, dove quindi il segreto è non perdere mai velocità nonostante qualche passaggio stretto e nel tecnico. Non avevo mai guidato una Dirt Jump ma mi sono trovato decisamente bene.
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[i]La bici in affitto e i percorsi tecnici[/i]
Ecco cosa potete trovare nel Bike Park:
[b]2 giri xc[/b]
A parte il giro facile, dove l’unica difficoltà sta in qualche stretto tornante (sia come raggio di curva sia come larghezza di passaggio), il giro più difficile è molto molto divertente.
Fatto di continui saliscendi, nei quali sopratutto con i rapporti da Dirt è bene lanciare la bici in discesa per non dover spingere in salita. Passaggi in salita, in tornante e con fondo artificialmente disconnesso invitano a sfoderare un buona tecnica di guida (direi l’unica situazione in cui sono riuscito a far vedere che non ero un principiante).
[b]Una sezione principianti[/b]
Ovviamente, a causa del nome, questa sezione è totalmente deserta. E’ attrezzata con qualche struttura qua e la, qualche percorso a zig zag per terra, qualche salto, qualche struttura di equilibrio.
Tutta roba molto utile, non solo per i principianti, naturalmente facilmente ripetibile nel cortile dietro casa.
Ho approfittato della zona libera, larga e pianeggiante, siccome non ho problemi a dirmi principiante per bike park di questo tipo, anche per provare qualche Manual, visto che con questo tipo di bici sapevo essere decisamente più facile che con la mia Enduro da 15kg.
[b]Una sezione di percorsi tecnici artificiale[/b]
Circa 10 percorsi, con varianti interne, ordinati per difficoltà, paralleli tra loro, lunghi ognuno circa 40 metri. Consistono in una successione di passerelle, ponti mobili, ponti stretti, superamento massi.
Ammetto di non aver disprezzato i percorsi facili, nonostante pure questi poco frequentati, di essermi divertito sui ponti mobili e di aver invece faticato sui passaggi rocciosi.
Essendo il tecnico trialistico uno dei pochi ambiti in cui vado bene ho cercato di capire i motivi: innanzitutto qui siamo in piano e non in discesa, quindi spesso si ci ritrova fermi senza riuscire a ripartire. Il rapporto molto duro del DJ non aiuta. Inoltre mi sono mancate le FiveTen avendo un semplice paio di scarpe da ginnastica. Se aggiungiamo che solitamente guido una full e sono 2 mesi buoni che non vado in bici, ho trovato una perfetta lista di scuse per giustificare la mia incapacità.
Ho trovato comunque molto molto utile e varia questa sezione.
Anche qui qualche spunto da costruirsi dietro casa, per l’allenamento invernale, può essere utile.
[b]Un percorso di salti[/b]
Non sono un gran saltatore. Mi sarei aspettato un livello intermedio di salti, invece questa aveva una successione molto frequente di salti, i doppi erano davvero verticali, sopratutto i land. Un percorso con 2/3 doppi un po’ più facili non mi sarebbe dispiaciuta
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[i]La mappa presa dal sito[/i]
[b]CORREZIONE:[/b] Guardando adesso la mappa scopro che la sezione di salti sopra descritta è la MicroRhythm, quindi giustamente fatta di salti molto corti. Altri erano disponibili a bordi del parco BMX (o Street park), che mi è sembrato un tuttuno. Devo anche dire che vista la larga scelta di percorsi, non ho avuto la necessità di cercarne altri.
Inoltre c’è da sottolineare che la mappa, essendo l’edificio su due piani, non include tutte le attività e varianti, ma le principali, ovvero dal vivo è ancora più vario di quanto sembri!
[b]Un BMX park[/b] (segnato come Street Park sulla piantina)
Piuttosto esteso, non ho approfondito non avendo mezzo e capacità.
[b]Una Pump Track[/b]
Devo dire che questo era uno dei principali motivi per cui ero li. Voglio provare le Pump track americane tanto famose. La mia incredulità nel fatto che anche uno dal suo primo giro possa fare a meno di pedalare è stata tanta. Mai poi pensavo che dopo qualche giro uno potesse togliere anche quel dito indice dai freni, che è sempre li in mountainbike.
A occhio direi sia grande 12metri x 18metri, con forma a doppia C (due C concentriche). 5 curve paraboliche sono intervallate ciascuna da circa 2/3 dossi.
Incredibile anche come 3 giri di questa richiedano assolutamente una pausa causa fiatone e gambe dure. Eppure non stavo pedalando?!!
Almeno per questo tipo di strutture, spero ci sia futuro in Italia. Sono estremamente didattiche e non difficili da costruire. L’unico problema non posso essere superaffollate (comunque nel parco era davvero poco utilizzata, solo altri 3 ragazzi l’hanno usata insieme a me)
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[i]Pump track[/i]
[b]Una sezione Expert[/b]
Ad occhio mi sembrava interessante qualche salto un po’ più lungo (quelli che stavo cercando) ma quando ci sono entrato mi sono accorto che erano intervallati per drop da circa un metro. Siccome sono in un paese straniero, da solo, in una città dove non abito, con la poca copertura sanitaria ben nota, non avevo nessuna intenzione di spaccarmi qualche osso.
[b]Qua e là[/b]
Strutture qua è la che possono essere agganciata nei giri xc (strette curve su artificiale sconnesso, drop, qualche salto) e dare varietà al percorso. In generale nulla di facile o annoiante.
[b]La Pit Foam[/b]
Non nego che un volessi provarmi un backflip (sapendo bene che non sarei riuscito a farlo).
Purtroppo non sono accettate le bici in affitto nella pit foam. E’ comunque impressionante vedere come molti ragazzini sappiano chiudere più o meno bene un backflip (So che nella realtà è ben più difficile, ma perché rischiare l’osso del collo quando puoi avere lo stesso divertimento? Soprattutto se sei un ragazzino).
[b]Inoltre:[/b]
-Tavoli su due piani dove stare insieme, mangiare, posare la propria roba, guardare la tv
-Lo spogliatoio non c’è ma il bagno, dove puoi cambiarti, è grosso, molto pulito e privato.
-Un deposito bici come detto
-Un negozio di vendita bici e accessori
-Un meccanico/riparatore
[b]Le mie conclusioni a caldo:[/b]
-Una struttura che pur non sostituendo la natura, nemmeno nei mesi invernali, è comunque utile per imparare molte tecniche e per passare il tempo
-Le condizioni di sicurezza sono piuttosto basse. Molti travi in acciaio a vista, soprattutto dei giri xc dove nei passaggi stretti in velocità si può tranquillamente sbattere una spalla o un gomito sbagliando traiettoria. Nessuna imbottitura. Nei passaggi xc sollevati, il corrimano è ad altezza standard, ma in una brutta botta, uno potrebbe tranquillamente cadere giù.
A parere mio questi sono i rischi del mestiere (fanno paura i primi giri poi uno lo dimentica) e spesso la montagna è più pericolosa, però questo è sicuramente uno dei motivi per cui una struttura così in Italia non potrebbe esistere.
-Un bell’ambiente. Molte BMX, qualche Dirt Jump, nessuna XC (i giri XC vengono fatte con le Dirt Jump: in effetti la sella alta è inutile, si usa molto in corpo e le salite si fanno sui pedali). Salottino e tv per guardarsi i film, col finto caminetto, si propongono di rendere il posto una seconda casa, soprattutto se hai l’abbonamento stagionale e tutti i pomeriggi sei li.
-Viste le dimensioni immense se nel parco ci sono 20/30 ragazzi girerai praticamente sempre solo e indisturbato. Non c’è traffico.
-In tutto ci saranno stati una ventina di ragazzi. Considerando che era lunedì (ieri) la cifra è buona. Non posso calcolare se si rientra nelle spese, considerando almeno 5 ragazzi che lavoravano li in quel momento, ma forse gli sponsor e il negozio fanno anche la loro parte.
-Orario intelligente: aperto da mezzogiorno alle 10 di sera. Tutti i giorni. D’inverno, ovvero quando serve.
-Prezzo onesto
Unico difetto: in Italia non c’è.
Ancora.
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[i]Un saluto a MTB Forum[/i]
*Chiedo scusa a tutti i Dirt Jumper/BMXer se ho usato qualche termine improprio o riduttivo, e per la bassa qualità delle foto.
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