In MTB nel Lagorai sconosciuto e selvaggio

Montagne selvagge, nel cuore del Trentino, dove la tranquillità impera anche ad agosto. Se le classiche mete dolomitiche attirano frotte di vacanzieri che si accalcano sui sentieri, qui di escursionisti se ne incontrano davvero pochi, mentre a fondovalle tedeschi e olandesi si contendono le rive dei laghi di Caldonazzo e Levico, che esplodono di vita. Valli silenziose e interessanti da esplorare, fra boschi ben gestiti e malghe, dove le possibilità di pedalare si moltiplicano a dismisura.

Siamo in Lagorai, nella porzione orientale del Trentino, dove ci sembra una volta di più assurda la legge provinciale che vieta il transito delle ruote grasse sui trail.
Del resto, che la MTB sia un mezzo ideale per muoversi e divertirsi da queste parti l’ha scoperto da tempo la famiglia Acler di Levico Terme, che gestisce un hotel (Sport & Wellness Hotel Cristallo) con mille attenzioni per i ciclisti: un bike garage ottimamente attrezzato, merenda pomeridiana per placare la fame dopo i giri più duri, un bike-shuttle con apposito carrello e una guida MTB (l’infaticabile Martin) a disposizione,… Insomma, un ottimo punto di riferimento per chi vuole godersi il territorio e non farsi mancare nulla al rientro, compresi un tuffo in piscina o una capatina al settore wellness.

A dire il vero anche noi eravamo intenzionati a gustarci il relax del dopo gita, ma nella tre giorni che ci siamo concessi a Levico non siamo mai riusciti a rientrare in albergo prima delle 20.30, dopo ore di piacevole vagabondaggio in sella. Gustarsi la luce migliore prima della discesa è una di quelle esperienze che in estate vale la pena fare, e noi non ce la siamo decisamente fatta mancare.

I fratelli Daniele e Ivo Acler ci supportano in quest’avventura, in Hotel e sul campo, con la passione di chi ben conosce i propri monti e non vede l’ora di condividerne l’amore anche con gli ospiti.

Ivo ci accompagna con lo shuttle in quota e ci segue finché può con la sua front elettrica: incredibile vedere come si destreggia con il suo mezzo, un pesce fuor d’acqua fra le nostre full. Ma tanta è la ritrovata passione per la discesa, che siamo certi abbia già provveduto a recuperare qualcosa di più aggressivo…

Ne approfittiamo per conoscerlo meglio e capire come vede l’uso esclusivistico dei sentieri promosso dalla SAT.

“Qui ci sono trail di tutti i tipi e per tutte le esigenze, fra cui quelli militari costruiti durante la Prima Guerra Mondiale, come il Sentiero della Pace. Vengono in parecchi, soprattutto dalla Germania, appositamente per scoprire questa discesa che si snoda entro un contesto unico e mozzafiato.

Sarebbe un vero peccato non poter offrire agli ospiti esperienze come questa! Riservare tracciati così al solo transito degli escursionisti a piedi non ne garantisce necessariamente la conservazione, nonostante ciò che la legge sostiene. Chi i sentieri li ama, li sa anche proteggere e mantenere: in bici o a piedi non fa differenza!”.
Ci pare che abbia assolutamente ragione!
Sperimentiamo in questi giorni percorsi cross-country, giri all-mountain e addirittura (siamo masochisti!) itinerari di stampo ciclo-alpinistico.

Scopriamo che il Lagorai è un ottimo posto per le ruote grasse (almeno per come le intendiamo noi), ed è proprio al centro di un sistema di valli che offrono davvero tutto, compresi tracciati free-ride, in crescita come funghi nei vicini comprensori sciistici.
Certo, si tratta di pedalare in ambiente montano, dove i sentieri non sono appositamente preparati, e per muoversi bisogna avere un minimo di dimestichezza con il territorio alpino. Ma, crediamo, proprio questa è la forza di posti così…

Con la guida di Luca Bortolotti (presidente di Rideaway.it) e del giovane e promettente Martin, ci divertiamo a pedalare, spingere e portare, ma anche a scendere sui bei sentieri dal sapore autentico, e ci gustiamo i tratti più pepati…senza peraltro incontrare nessuno (un camoscio ci attraversa la strada con un balzo, ma questa è tutta un’altra storia!)..

Bella questa sensazione di far parte di spazi smisurati e di vivere territori discosti dalle tracce più battute. Ci guardiamo intorno affascinati da luoghi piacevolmente selvaggi e poco urbanizzati.

Sarà che la Valle dei Mocheni (o Valle del Fèrsina) a me, banalmente, fa balenare in mente gli Apaches, ma c’è qualcosa di davvero particolare da queste parti. C’è un po’ di far-west (o, come dice Luca “Far-east“) e un po’ di Garda, un po’ di Dolomiti e un po’ di Appennino.
Insomma, ci sembra che il Lagorai abbia molto da offrire a chi vuole conoscere l’essenza del Trentino, guadagnandosi in sella scenari ancora poco noti ma strepitosi, monti e laghi conditi da un’ottima ospitalità.

Ancora una volta mi pare chiaro che la MTB nasce da un connubio stretto fra luoghi e persone (che ci credono), e che vanno avanti nonostante leggi non necessariamente condivisibili, così lontane dai nostri tempi e dalle esigenze di territori come questo, che pare sapersi ben difendere da solo.

Avanti così, Ivo, Daniele, Luca e Martin: torneremo presto a trovarvi!

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