[Utah Road Trip] Giorno 2: Fruita e Moab

Il giro con Ross di ieri sera ci ha stancato… Ross tirava come un disperato e noi facevamo di tutto per non sfigurare. Senza neanche farci la doccia siamo andati direttamente a mangiare, per paura di non trovare più cibo. Una paura alquanto infondata, perchè qui negli States l’ultima cosa di cui ti devi preoccupare è di andare a dormire senza cena. Una bella bistecca american style e tra una cosa e l’altra siamo andati a dormire all’1:30.

Come potete immaginare, qui nel deserto il clima è molto caldo ed è impossibile pedalare nelle ore centrali. Bisogna quindi dividere la giornata in due, pedalando la mattina presto e poi al tardo pomeriggio. Già cosi si fanno fuori litri di acqua: un camelback da 3 litri basta a malapena.

Per quanto stanchi, non potevamo perderci una giornata di riding per cui ci siamo sforzati: abbiamo messo la sveglia ad un’ora accettabile ed alle 9 eravamo al Kokopelli Trail’s Head. Ross infatti ci ha consigliato di percorrere l’Horse Thief, quello che secondo lui è uno dei più bei loop di Fruita. La zona di Kokopelli è veramente magnifica: un ampio canyon al cui centro scorre il fiume Colorado. Tutto intorno una miriade di sentieri, con numerosi anelli, disegnati apposta per le bici. Eh si, è quello il bello: i sentieri sono disegnati apposta per le bici e tutti i passaggi, anche quelli più impegnativi, sono in qualche modo fattibili. Se scendi a piedi o metti il piede per terra è insomma solo colpa tua!

Qui nel deserto dello Utah i giri sono comunque molto diversi da quelli alpini… Non ci sono lunghe salite e lunghe discese, ma i percorsi sono generalmente dei lunghi saliscendi, con magari una o più salite e discese più lunghe. Niente protezioni insomma, sarebbe un continuo vesti/spoglia, sospensioni aperte, reggisella telescopico a portata di mano e via!

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Partiamo dal posteggio, prendendo il sentiero principale, un double track che percorrendo per lungo buona parte del canyon, permette di raggiungere l’inizio dei vari loop. Tutto segnato, impossibile perdersi. Per quanto sia un sentiero di collegamento, anche il Mary’s Loop è bello divertente: è largo, non è molto impegnativo ed è costutuito da un’unico lastrone di pietra liscia, a tratti coperto dalla sabbia, che nei tratti più ripidi è addirittura gommato dal passaggio delle bici.

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Raggiungiamo la partenza dell’Horse Thief, cominciando alla grande: subito dopo la partenza ci aspetta una tecnicissima serie di gradoni di roccia che portano sul fondo del canyon. I gradoni sono alti, se ci si passa è al pelo della guarnitura. Affronto il primo salto, poi i gradoni successivi. Sono al limite, le corone strisciano sulle rocce, ma ce n’è ancora prima di arrivare al limite di ribaltamento. Cerco le linee migliori, arrivo fino in fondo, manca l’ultimo passaggio, ma qui si esagera! Non voglio rischiare e per quanto mi manchi solo l’ultimo gradone, decido per la ritirata: già a piedi, qui in mezzo al deserto non ci si deve fare male.

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Dopo quest’adrenalinico inizio, il sentiero si fa più tranquillo. Una spettacolare vista sul Colorado ci accompagna ad ogni curva: è uno spettacolo guidare sulla sabbia!

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Una serie di gradoni, alcuni saltini, poi il sentiero si infila su quello che è il letto di un antico torrente. Stretti passaggi tecnici, sia a salire che a scendere, l’adrenalina è al massimo.

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Pedalare, seppur in salita, su una stretta lingua di roccia, con di fianco un bello strapiombo è più adrenalico di una discesa a fuoco in mezzo ad un bosco, ve lo posso assicurare!

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Oltre ai passaggi tecnici, che rendono questo sentiero un vero parco giochi per riders, anche la vista è spettacolare: le formazioni rocciose del deserto sono incredibili, soprattutto per noi europei che non abbiamo niente di simile.

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L’anello finisce, non  stato un giro lunghissimo (15km ca), ma veramente appagante! Il caldo si fa sentire, carichiamo la macchina e ci dirigiamo a Moab, sfruttando le ore centrali della giornata in cui è impossibile pedalare per il viaggio. Raggiungiamo il motel, in pieno stile americano, dove passeremo la notte. Quale posto migliore per un roadtrip che dir si voglia?

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Alle 6 pm, con le temperature in calo, dopo un po’ di meritato riposo ci muoviamo in direzione della leggendaria Slick Rock Trail area. La Slick Rock Trail area è qualcosa di unico. Si sviluppa su un altopiano lunare, costituito da enormi placconi di roccia porosa, lavorati in forme sinuose da millenni di erosione del vento  e tra l’altro con un grip impressionante. I sentieri sono traciati con delle tacche di vernice e si sviluppano per decine di chilometri, alternando salite al limite delle leggi della fisica a velocissime discese.

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Un qualcosa di unico al mondo, non esiste altrove qualcosa del genere ed andarci al tramonto lascia veramente a bocca asciutta. La luce bassa, i colori del deserto hanno contribuito a rendere la pedalata di questo pomeriggio veramente unica, epica.

Adesso siamo stanchi, in italia è mattina ma qui è sera tardi. Andiamo a dormire, domani alle 7:30 ci aspetta lo shuttle. Non vi dico dove andremo, lo scoprirete domani!

 

 

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