Oggi vi presentiamo un itinerario che è stato caricato su Training Camp da Biciclitu e si svolge in una zona selvaggia e poco conosciuta che si trova non lontano dal lago di Garda: la Val di Vesta, da cui prende il nome il lago di Valvestino, sulle cui sponde andremo a pedalare.
La cosa particolare è che gireremo in una zona lasciata completamente alla natura, una cosiddetta Area Wilderness: quella appunto della val di Vesta. Tradotto, significa che qui la natura viene lasciata a se stessa, a cominciare dai boschi che non vengono usati per creare legname, passando dai prati che non sono adibiti a pascoli e ai sentieri che sono in parte abbandonati. Per questo motivo, se volete intraprendere il giro, sappiate che è selvaggio come l’area perché non troverete punti di ristoro e delle volte non troverete neanche il sentiero. Non è una zona chiusa al pubblico e neanche alle bici.
Dal sito Wilderness.it possiamo leggere:
La Val di Vesta è una delle vallate prealpine lombarde più isolate e selvagge, facente parte della più grande Valvestino, nel bacino del Lago di Garda. Tocca la massima quota nel Monte Zingla, di 1497 m slm, ed è scenograficamente molto suggestiva per il “fiordo” che il lago artificiale di Valvestino crea incuneandosi in essa per circa un chilometro e mezzo. Il fondovalle è occupato dal torrente Vesta, che raccoglie le acque della testata e quelle di vari torrenti laterali, snodandosi lungo un percorso tortuoso che crea forre e cascate fino al suo sbocco nel “fiordo” del lago artificiale.
Tra la fauna maggiore si annoverano specie quali il Cervo, il Capriolo, ed il Camoscio; sono, inoltre, presenti il Gallo cedrone ed il Gallo forcello, il Francolino di monte ed il Gufo reale, nonché una coppia di Aquila reale nidificante; tra la fauna invertebrata, invece, è interessante la presenza di un piccolo coleottero troglobio, Boldoria vestae, endemico delle Valvestino e Valle Sabbia. Nell’Area Wilderness sono inoltre compresi resti di valore storico, come tre bellissimi cippi risalenti al 1753, fatti erigere dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria per segnare gli allora confini meridionali del suo impero, nonché i resti di una linea difensiva arretrata formata da trincee, piazzole per artiglierie e fortificazioni in cemento armato, fatte realizzare allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Qui trovate la traccia e la descrizione completa, mentre qui potete scaricare l’app per mandare la traccia GPS al Garmin o navigarla direttamente dal telefono.
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