[Video] Cosa sei pronto a fare per raggiungere una bella discesa?

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Me lo chiedevo ieri, mentre vagavo fra le Pale di San Martino, in parte in sella, in parte spingendo e portando la bici, per andare a raggiungere un sentiero che avevo adocchiato tanti anni fa, quando avevo piazzato la mia tenda al campeggio Eden di Falcade.

Proprio lì sbuca infatti il 722 o, se guardato nel verso giusto, parte questo vecchio sentiero militare costruito negli anni della prima guerra mondiale, come “seconda linea” nel caso il fronte si fosse avvicinato, spostandosi dal Lagorai verso est. Con pendenze mai ripide si inerpica prima nei boschi della valle Focobon, poi sui prati sottostanti il magnifico anfiteatro delle Pale, per giungere all’omonima forcella.

Il percorso è stato fatto al contrario, partendo dal Passo Valles, per giungere prima alla forcella Venegia, poi alla Forcella Venegiota. 20 minuti a spinta prima, un bel taglio sopra la val Venegia poi, e successivamente 100 metri di dislivello a spinta per arrivare qui:

Adesso inizia il bello: per arrivare al Passo Focobon c’è un breve traverso esposto, assicurato da alcune corde fisse. Nelle immagini del video sembra peggio di quello che é, tanto che riesco a pedalare la parte finale senza molti patemi. Il panorama rimane mozzafiato. La quiete totale: a parte me c’è in giro solo una coppia diretta al rifugio Mulaz, che avevo incontrato alla Forcella Venegia, e poi superato mentre loro erano in cresta e io seguivo il sentiero “ciclabile” per il Passo Venegiota.

Vi chiederete come faccia a sapere che erano diretti al Mulaz: il bivio per il 753, l’inizio della mia discesa, non era segnalato, e le tracce di sentiero non mi convincevano, così ho fatto un tratto del percorso che porta verso il rifugio, tornando poi sui miei passi ed accorciando attraverso i prati per prendere il sentiero giusto.

Da questa foto si intravvede il 753, fotografato dal Passo Focobon. Le sue linee non lasciano adito a dubbi: è opera dei militari, molto attenti a non esagerare mai con le pendenze per non stancare truppe e animali da soma. Un vero e proprio tesoro, purtroppo lasciato in gran parte a se stesso. Infatti il sentiero presenta tanti punti franati, nelle belle serpentine del tratto successivo, e tanti sassi in mezzo ad una sottile traccia nel prato.

Il mio morale è sotto le scarpe. L’essere in giro da solo per questi posti poco frequentati (il 18 agosto!) richiede comunque un po’ più di attenzione del solito. Se poi i sentieri sono scassati e pieni di ostacoli nascosti nell’erba bagnata, è tutto un continuo salire e scendere di sella. Fino alla malga che vedete in foto sono in bambola completa. Poi però le cose cambiano, perché il 722 è pulito e veramente bello da fare in bici: mai scontato, con tante curve ed ostacoli di media difficoltà, mi porta 700 metri più in basso fino al famoso Eden, il campeggio.

Torno al Passo Valles spendendo 10 Euro che mi permettono di prendere una funivia + seggiovia e di godermi dei tagli molto divertenti della sterrata che porta al Rifugio Laresei. Sulla strada incontro orde di merendéros, per fortuna non fanno i tagli, su cui posso andare a tutta. Il parcheggio del Passo Valles è pieno come un uovo. Quando ero arrivato alle 7 di stamattina era completamente vuoto.

Per chi volesse provare questo giro, segnalo che ufficialmente il sentiero che da Passo Valles va alla forcella Venegia è vietato alle bici. In verità non è così frequentato come si direbbe, e se si percorre fuori dalle ore “pedonali”, non si incontra un’anima.

La traccia è una parte di questa (partendo dal Passo Valles la incrociate sotto la Forcella Venegiota). La discesa dal Rifugio Laresei si trova qui. Dalla forcella Venegia tenete sempre il sentiero alto per non perdere quota (sulla Tabacco è segnato in nero, come non segnalato).

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