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2962 metri misura la montagna più alta della Germania, lo Zugspitze. Non è certo un gran quota se paragonata alle montagne di casa nostra, ma per i tedeschi quel monte sopra Garmisch ha un significato particolare: segna la fine dell’immensa pianura, che da lì si estende verso nord, e marca l’inizio delle Alpi. Non per niente lo Zugspitze si trova anche direttamente al confine con l’Austria. Così esistono ben due funivie che raggiungono la sua vetta, una da Ehrwald in Austria, appunto, e una da Garmisch in Germania. Già questo dovrebbe dirvi che si tratta di una montagna completamente civilizzata, con ristoranti, impianti sciistici su quello che ormai fu un ghiacciaio, stazioni meteo.
Eppure, nessuna delle due funivie trasporta le mountain bike. Vuoi per la mentalità conservatrice che in quell’angolo di mondo sembra avere radici particolarmente consolidate, vuoi perchè la discesa dallo Zugspitze è qualcosa per veri specialisti o per grandi camminatori con la bici al fianco.
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È di uno di questi specialisti che tratta questo articolo: Max Schumann. Il biondo studente di ingegneria si è fatto ultimamente un nome nell’ambito della scena enduro teutonica, vincendo anche il Caidom (salita e discesa con un’unica bici) edizione 2011. Insieme al fotografo scozzese Colin Stewart hanno così girato il video che potete vedere qui sopra e scattato le foto. Il tutto durante il mese di ottobre 2011, quest’anno particolarmente mite e sopratutto privo di precipitazioni nevose. Infatti normalmente in quella stagione lo Zugspitze è preso d’assalto dagli sciatori, essendo uno dei pochi posti che permette di sciare in autunno.
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Non si tratta della prima discesa in bici dallo Zugspitze, dato che altri locals l’avevano giá fatta. Si tratta però della prima documentata così bene.
I due sono partiti da Ehrwald, in Tirolo, a 994 metri di quota, pedalando i primi 1000 metri di dislivello, dopodichè la bici deve essere spinta a portata fra le imponenti formazioni rocciose delle Wettersteingebirge. In alcuni punti il sentiero è dotato di funi in metallo per tenersi, dato che è molto esposto. Max e Colin arrivano alla Knorrhütte (2052m) nel primo pomeriggio e si godono del meritato riposo, in vista della levataccia del giorno dopo.
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Alle 3 di mattina si alzano dalla branda e cominciano la salita alla vetta dello Zugspitze. L’orario è stato scelto sia per avere la luce migliore per le riprese, sia per evitare di incontrare degli escursionisti a piedi nel primo tratto di discesa, quello facilmente raggiungibile dalla funivia e soggetto a scariche di pietre (anche mosse dalla bici o dagli scarponi).
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Dopo 3 ore sono in vetta. Max descrive la sensazione come “scioccante”, in quanto dopo una risalita in mezzo alla natura selvaggia si ritrovano ora catapultati nella civilizzazione e nel cemento, a quasi 3000 metri di quota. Il sorgere del sole fa dimenticare questo scempio umano e Max si prepara per la discesa. Colin ha lasciato la bici presso il vecchio ghiacciaio, risparmandosi così un’ora e mezza a spalla su un sentiero molto ghiaioso, esposto e ventoso.
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Il gestore della Münchner Haus, il ristorante in vetta, ride quando li vede e scatta una foto per testimoniare che c’è qualche pazzo che si porta a spalla la bici fino a quassù. Malgrado ciò serve loro colazione e caffè, quest’ultimo assolutamente necessario dopo la levataccia e la dura salita.
La parte iniziale della discesa è la più difficile e pericolosa, Max usa tutte le sue capacità per stare in sella, anche se ammette di aver dovuto mettere il piede giù qualche volta a causa dell’esposizione e della scivilosa ghiaia presente sul sentiero.
Il resto potete viverlo nel video. I due erano di ritorno alla Knorrhütte all’ora di pranzo!
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