[Video e foto] Deep Six – una settimana su barca e bici in cerca di sentieri sperduti

E’ arrivato il racconto completo dell’ultima avventura di Derek Dix, che vi avevamo anticipato qui.

Primo giorno
E’ stato il più lungo, quello in cui la tensione era maggiore. Siamo partiti da Secret Cove con un forte vento da Sud, che ci aveva impedito di partire il giorno prima.
A Powell River abbiamo fatto il primo rifornimento. Da li siamo arrivati alle acque più calme di Lund per il secondo rifornimento di carburante e qualche fantastica focaccia. Da Lund ci siamo spostati a Sarah Point. Li abbiamo cenato col primo e unico salmone che siamo riusciti a prendere in tutto il viaggio, prima di dirigerci a Refuge Cove.

Secondo giorno
Dopo aver montato il campeggio e aver raggiunto un molo per fare scorta di carburante (che comunque non sarebbe bastato per arrivare alla bocca di Toba River) abbiamo deciso di sentire qualche local per capire cosa avremmo potuto aspettarci. Poco rassicurante sentire locals che conoscono le foreste da vent’anni usare continuamente espressioni come “grizzly” (anche al plurale), “fucile”, “non accampatevi nell’entroterra”…

Siamo così partiti alla volta dell’insenatura di Toba. Poco dopo aver cominciato a pescare, siamo stati sorpresi da un temporale. Abbiamo trovato riparo ad Alpine Creek, dove abbiamo anche fatto rifornimento di acqua ed abbiamo cominciato a girare un po’ nel bosco per cercare dei sentieri, prima di  cercare un posto sicuro per la notte.

Terzo giorno
Svegliarsi sulla scogliera di un’isoletta è stata una cosa eccezionale. Carichi per la bellezza della natura abbiamo fatto colazione ed un’ora dopo eravamo di nuovo in acqua. Il primo obiettivo era trovare una vecchia strada segnata sulle carte. Non è stato difficile trovarla, sulla spiaggia c’erano un vecchio mercantile vicino ad una molluschicoltura. Abbiamo discusso con quello che sembrava essere il proprietario, piuttosto convinto che non ci sarebbe piaciuto l’entroterra e che non avremmo dovuto avventurarci li sulla sua strada privata. Abbiamo deciso di dargli ragione su questo.

La seconda parte del giorno ci ha portato più a sud di quanto sperassimo, in cerca di acqua che non abbiamo trovato. Siamo riusciti a pescare un merluzzo, che abbiamo mangiato a Roscoe Bay.

Quarto e quinto giorno
Il quarto giorno è stato quello in cui abbiamo preso bici per la prima volta nel viaggio. Siamo riusciti a girare un po’, abbiamo trovato una bella veduta sul Black Lake. Siamo rientrati dai sentieri nel tardo pomeriggio. Per fortuna la marea era alta (avevamo fatto arenare la barca in un punto in cui era problematico gettare l’ancora) e siamo usciti senza difficoltà dalla baia per pescare il secondo merluzzo per cena.

Il quinto giorno ci ha visti fare più o meno lo stesso. Siamo andati in bici dopo colazione e rientrati alla tenda più tardi. Abbiamo chiacchierato con un altro marinaio, che si stava dirigendo al Black Lake e che abbiamo scoperto essere di Vancouver nord. Ci ha invitati sulla sua barca a vela per passare un po’ di tempo aspettando che la marea risalisse. Dopo esserci raccontati un po’ di storie, siamo tornati alla tenda. Ci siamo preparati e siamo partiti per la tappa successiva nella luce serale. Mink Island. All’isola siamo stati accolti con esitazione dai local, che possedevano l’intera isola. Ci abbiamo messo un po’ ma siamo riusciti a convincerli a farci piantare la tenda sulla costa. Fatto questo siamo riusciti a pescare un altro merluzzo.

Sesto giorno
Questa mattina è stata come le altre: preparativi e partenza presto. Il viaggio non previsto a sud ci ha fatto considerare bene la questione carburante, così abbiamo deciso di tenerci nell’area vicino a Desolation Sound. Abbiamo trovato un buon posto per fare foto a Redonda Island. Abbiamo cominciato a scattare foto dopo aver dovuto lavorare poco per mettere a posto il sentiero. Abbiamo anche usato la barca in questo caso.

In retromarcia con la barca siamo finiti su un pezzo di corda che galleggiava sull’oceano. Non capivamo cosa fosse successo perchè la barca non andava avanti, ma in retro funzionava. Siamo riusciti ad arrivare ad un molo trainati da un’altra barca di passaggio. Abbiamo trovato il problema in fretta e l’abbiamo risolto, prima di cercare di procurarci la cena. Alla fine questa è stata povera, visto il poco tempo rimasto per pescare. Abbiamo mangiato pasta in bianco, anche la verdura era andata a male.

Settimo giorno
Eccoci. Siamo riusciti a sopravvivere senza che nessuno finisse la settimana malnutrito, con lo scorbuto nè morto. Abbiamo smontato la tenda e siamo partiti nuovamente, verso la civiltà.

L’itinerario previsto e quello fatto in realtà

 

 

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