Visita a SRAM: tecnica tedesca in azienda americana

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Sono stato nella sede di SRAM in quel di Schweinfurt, in Germania. Esattamente 10 anni dopo la mia ultima visita, ai tempi dovuta al lancio della trasmissione 1×11 XX1, ho trovato più del doppio dei dipendenti (da 100 a 250 circa) e una marea di ingegneri che lavorano sui prodotti che tutti conosciamo – o che non conosciamo ancora.

Ho colto l’occasione per girare un video, accompagnato da Alvise Rizzi, che si occupa della comunicazione per la parte di bici da corsa, per mostrarvi come nascono le trasmissioni del brand americano. Ho anche chiesto all’ingegnere capo di rispondere alle vostre domande. Per facilità di consultazione, sotto il video trovate i capitoli con i vari temi.



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Risposte alle vostre domande

 

Commenti

  1. marco:

    avete visto 2 italiani nel video. Entrambi di Treviso. Avendo fatto anche io lo stesso percorso (da neolaureato mi sono trasferito in Germania per lavoro, non da Sram, e ci sono rimasto per 13 anni), è un passo che mi sento di consigliare molto a tutti. Non solo per gli stipendi che sono decisamente più alti che in Italia, ma anche per vedere un modus operandi diverso, imparare una lingua importante in Europa, e aprirsi la strada professionale a tanti altri sbocchi.

    Lo so che non è facile abbandonare la sicurezza del posto in cui si vive, ma lo sforzo vale la pena.
    Condivido pienamente. Non ho mai avuto occasione di espatriare per lavoro ma se fosse accaduto l'avrei valutato alla stessa stregua delle altre opportunità "nazionali" che ho avuto e in parte colto: pro e contro.
    negli ultimi 17 anni ho avuto modo, anche tuttora, di lavorare con aziende internazionali e pur locato nel nord Italia non è mai mancato il "profumo" della globalità delle realtà in cui ero e sono inserito. Ho però 52 anni e la mia via è quindi tracciata.
    Ben diverso è per un giovane: mio nipote, dopo il dottorato all'università di fisica di Berlino, è rimasto a vivere lì (forse la città meno tedesca della Germania ma che io adoro e che frequento appena mi è possibile). A mio figlio maggiore, che ha iniziato proprio quest'anno anche lui la facoltà di fisica a Milano, ho già prospettato un futuro fuori dall'Italia (e la Germania è uno dei paesi più ricettivi per i fisici) con tutte le ottime possibilità che una tal scelta può portare.
  2. marco:

    se sei giovane Berlino è la fine del mondo, per me anche meglio di Londra e Parigi in quanto ad internazionalità ed apertura.
    Specie la ex Berlino est, appunto fucina di idee
    e cultura, che è sostanzialmente un cantiere continuo per una ricostruzione infinita oltre che un pozzo senza fondo di denaro pubblico (e forse è questo uno dei motivi per i quali è così odiata dagli altri tedeschi).
    Ciò che sorprende è camminare con google map aperto e non trovare più l'edificio ancora visibile sull'app, già sostituito con uno nuovo o il suo cantiere.

    Qualche fotina (argentica e digitale).



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  3. Ivo:

    Belle foto! Il palazzo della terza foto lo hanno progettato certamente un lunedì mattina. :????:
    Dici? Si, certo, è un po' stravagante (se non ricordo male sta nel quartiere di Oranienburger) ma a me piace assai. :-)
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