Vi abbiamo parlato dello SRAM XX1 in diverse occasioni ormai, a cominciare da quella di fine giugno da Moab (Utah), quando abbiamo incontrato gli ingegneri nella fase finale di test del gruppo. Fra qualche settimana potrete trovare il nuovo gruppo monocorona della casa americana nei negozi, nell’attesa eccovi ulteriori dettagli sull’XX1 e informazioni sul lavoro che si nasconde dietro la progettazione e la produzione di uno dei prodotti più innovativi degli ultimi anni.
[VIDEO=2802]SRAM XX1 a Schweinfurt[/VIDEO]
SRAM ha invitato MTB-Forum.it nella sua sede europea situata a Schweinfurt, in Baviera. O meglio, in Franken, la parte più a nord della Baviera, ben differente per tradizioni (a cominciare dalla birra) e accento dall’Oberbayern in cui si trova per esempio Monaco. L’occasione era particolarmente ghiotta: vedere con i propri occhi il posto dove lavorano gli ingegneri SRAM dediti alle trasmissioni (Rock Shox si trova in Colorado) e ricevere una bici montata con il nuovo XX1. Per ricevere intendo usarla durante la presentazione e portarla a casa per un test di lunga durata, o meglio eterno, dato che la bici non deve essere restituita. Tanta generosità é, da una parte, tipica di SRAM e della sua eccellente politica di comunicazione e collaborazione con i media, dall’altra quasi necessaria per promuovere un prodotto come l’XX1, che trova nei reazionari della MTB diversa resistenza, ancora prima che qualcuno l’abbia provato veramente.
Infatti il monocorona può sembrare a prima vista una cosa che solo i pro con due gambe al tritolo possono pedalare. Così non é, ma andiamo per gradi e cominciamo dall’inizio.
Il progetto XX1 ha come scopo quello di semplificare la trasmissione di una mountain bike, togliendo il deragliatore anteriore e il corrispettivo comando a manubrio. Per fare ciò, e continuare ad avere una serie di rapporti simili alle guarniture 3×10 o 2×10, é stato necessario sviluppare un pacco pignoni apposito che permettesse di rendere pedalabile la bici anche nelle salite ripide o in piano. Da qui é nato il pacco pignoni XX1 ad 11 velocità, dove la corona più piccola ha 10 denti al posto dei classici 11 e quella più grande 42. Il peso complessivo del gruppo è di 200 grammi inferiore a quello dello SRAM XX.
Non contenti, gli ingegneri SRAM hanno creato inoltre un sistema che tiene in tensione la catena anche nelle discese dissestate fuoristrada, evitando che questa cada, pur non adoperando nessun tendicatena. Questo é reso possibile in parte dalla corona anteriore, dotata di due diversi tipi di denti che si alternano fra di loro, uno dei quali é più alto ed evita alla catena, quando si allontana dalla guarnitura, di saltare fuori dalla corona stessa, e in parte dal deragliatore posteriore che presenta due pulegge con lo stesso sistema di denti della corona anteriore e dispone inoltre dell’ammortizzatore presente sui deragliatori Type 2. Il deragliatore si occupa di non far oscillare la catena nella sua parte bassa, cioé quella che va dal deragliatore stesso verso la guarnitura.
Sembra complicato, e lo é. Chi pensa che un monocorona sia una cosa semplice, si sbaglia, se guarda nei dettagli dell’XX1. Abbiamo spesso detto su MTB-Forum che i dettagli fanno la differenza e mai come in questo caso ci sentiamo di dire che sia vero. Infatti tanti dettagli ben pensati fanno un buon prodotto. Prendiamo l’appariscente pacco pignoni posteriore. Quando vi abbiamo chiesto di postare le vostre domande sull’XX1, tanti hanno detto “Ma perché costa così tanto?” (per i prezzi vedere in fondo). Il pacco pignoni costa di listino 381 Euro. È ricavato dal pieno, e per pieno si intende il metallo forgiato con cui si costruiscono gli attrezzi da officina quali chiavi inglesi, morse e brugole. Una fresa CNC ci mette 3 ore per creare la parte in acciaio del pacco pignoni. L’ultima corona, il 42, é in alluminio, per questioni di peso, e viene inserita a parte in un secondo momento. SRAM dispone di 35 macchine CNC che lavorano sui pacchi pignoni dell’XX e dell’XX1, tutte situate nello stabilimento di Taichung a Taiwan.
Molto interessante é il sistema di fissaggio del pacco pignoni al mozzo, affidato al corpetto XD. Dato che si tratta di un pezzo unico, non c’è più bisogno del corpetto in cui le dentature di ogni corona si devono infilare negli appositi spazi, con più o meno gioco e con l’usura tipica di quel sistema. Il pacco pignoni dell’XX1 si aggancia alla ruota in un solo punto, non lasciando praticamente alcun gioco. Se montate l’XX1 sulla vostra bici non dovete cambiare il mozzo posteriore ma solo togliere il vecchio corpetto e usarne uno dedicato. Ad oggi DT Swiss, Mavic, Crank Brothers, Bontrager, Specialized, Syncros, Easton, Stans, Hope, FRM, Tune, Novatec e Roval hanno messo in produzione il corpetto XX1. Già in mercato é quello di DT Swiss, Mavic segue a gennaio. Per le ruote SRAM ovviamente non c’é problema.
La rapportatura é stata pensata in modo da avere il 17% di differenza fra una corona e l’altra su tutto il pacco pignoni. Una cambiata lineare senza salti che potrebbero spiazzare il biker. Sul motivo dei 10 denti della corona più piccola e non 9, mi é stato risposto che con 9 denti si sente chiaramente l’attrito della catena in pedalata.
Tante domande riguardavano poi la catena e la sua resistenza all’usura a causa degli incroci e della sua presunta larghezza ridotta. Riguardo a questo ultimo punto, la catena dell’XX1 al suo interno ha la stessa larghezza di una catena da 10 velocità (infatti si può usare la guarnitura anche su un gruppo classico con catena da 2 o 3×10), mentre in totale é più stretta di soli 0.4 millimetri rispetto ad una a 10 velocità.
Riguardo agli incroci, non so quante volte personalmente abbia detto che si tratti di una leggenda metropolitana, e parlando con degli ingegneri specializzati in trasmissioni ne ho avuto la conferma. L’usura maggiore di una catena si ha a causa del deragliatore anteriore, quando si cambia sotto sforzo da una corona ad un’altra, stortando gli anelli della catena. Il fattore “incrocio”, su una catena non difettosa, non gioca praticamente nessun ruolo sulla sua durata. Agli scettici posso solo dire che stiamo testando l’XX1 e che quindi devono solo stare sintonizzati per vedere come si comporta la catena in un test di lunga durata.
Questo é l’ingegnere che ha avuto l’idea della diversa dentatura per non far cadere la catena
Interessante anche il sistema della corona anteriore, dove basta svitare 4 viti per toglierla dalla guarnitura ed inserirne poi una nuova. La corona standard con cui viene venduto l’XX1 é da 32 denti, sono però disponibili corone da 28-30-32-34-36-38 denti. Non c’é bisogno di allungare/accorciare la catena fin quando si usa una corona da 2 denti in più o in meno rispetto a quella montata. Qui sotto potete vedere come si smonta una corona in 3 foto:
Veniamo ad un altro bel pezzo di ingegneria tedesca, il deragliatore posteriore. È completamente diverso rispetto a quelli presenti sul mercato per il semplice motivo che deve riuscire a lavorare con una pacco pignoni in cui la corona più grande é un 42. Il deragliatore tradizionale toccherebbe quasi per terra con il 42, dato che si muove verso l’alto o il basso a seconda della cambiata. Il deragliatore dell’XX1 lavora invece lateralmente, rimandendo sempre parallelo al terreno e lasciando così la dovuta distanza da esso. Il cosiddetto “Ghost Shifting”, cioè la cambiata involontaria dovuta alle asperità del terreno che fanno muovere un deragliatore classico, è stata eliminata grazie al movimento a parallelogramma.
A livello di ingombro laterale, SRAM é riuscita a tenere le misure del 2×10. Il deragliatore é dotato del sistema di ammortizzazione Type 2, come detto sopra, già apprezzato ampiamente da chi scrive negli ultimi mesi su un gruppo classico X0. Le vostre orecchie e il vostro telaio ringrazieranno e apprezzerete il Cage Lock, che toglie la tensione dalla catena quando dovete togliere la ruota, per esempio perché avete bucato.
Dai prototipi al prodotto finito
Questa, in poche parole, la tecnica che si nasconde dietro l’XX1. Suona tutto bene, ma come si comporta in pratica? Gli ingegneri sono tutti biker, alcuni sono dei veri manici in bici e i sentieri cominciano non lontano dalla sede di SRAM a Schweinfurt, quindi hanno ben presto cominciato a girare con i prototipi fatti da loro stessi. Contemporaneamente, però, ci sono altri ingegneri che massacravano i prototipi (ed ora i gruppi finiti per un controllo statistico sulla qualità) nelle macchine della tortura presenti in sede. Se chiedete loro qual è l’usura di una catena ai famigerati incroci, mettono il gruppo su una macchina che non fa altro che incrociare la catena e metterci su un peso ben più alto di quello di un biker medio per 24 ore. Se volete sapere se la catena non cade durante le discese più scassate, ecco che provano l’XX1 su una macchina che fa sbattere la catena da ogni parte. Insomma, la favola che i prodotti vengano fatti testare dai clienti non é vera, nel caso di SRAM. Diciamo pure che la maniacalità tedesca per il dettaglio non prevede di non sottoporre un prodotto ad un test, indipendentemente se si visiti SRAM, Syntace o Canyon.
Tempo uggioso, 6° centigradi, autunno inoltrato. Condizioni perfette per due giri nei boschi delle Mittelgebirge tedesche, per fortuna asciutti come in piena estate. Gli itinerari sono molto crosscountristici, con brevi salite che si prestano per i classici sprint all’ultimo polmone dei giornalisti e discese molto fluide su sentieri tenuti perfettamente. Qui ho avuto modo di provare l’XX1 con una corona da 32 sulla Liteville 301 mk10 oggetto del test di durata. Non voglio anticipare troppo, però devo dire che la cambiata é fenomenale. Non pensi più alla corona anteriore, ti concentri solo sul fatto di avere bisogno una marcia in più o in meno. “Clack clack” e vai di rilancio. Sulle rampe ripide non ho avuto problemi con il 32×42, però devo vedere come si comportano le mie gambe su salite più lunghe. SRAM mi ha dato una corona del 30 e una del 34 per il test di durata. Il nostro breve test di Moab si trova qui.
I sentieri di Schweinfurt erano anche troppo lisci per poter giudicare la tenuta della catena in discesa, per cui vi rimando per tutti i dettagli al test che pubblicheremo fra qualche mese, dopo aver messo per bene sotto torchio l’XX1. Non per niente SRAM ha testato l’XX1 a Moab, dove il terreno é molto roccioso e dissestato. Alla Liteville 301 abbiamo montato il Griphsift al posto del Trigger.
Colgo l’occasione per ringraziare SRAM nella persona di Simon Cittati per l’incredibile accoglienza e disponibilità, oltre che per la divertente serata passata giocando a Paintball.
Tutte le foto sono di Sebastian Schieck dove non indicato altrimenti.
Oggi primo giro dalle mie parti, questo per l’esattezza: http://itinerari.mtb-forum.it/tours/view/4174
1500 metri di dislivello con tanto sentiero e diverse rampe fameliche. Discese di diverso tipo, anche con fondo molto smosso. L’XX1 si è comportato molto bene, la cambiata con il gripshift è precisa e veloce. La catena è supersilenziosa (sugli scalini di Tesserete, a fine giro, è impressionante il silenzio) e non è mai caduta. Ho pedalato tutto, come con le altre guarniture.
La seconda bici in alluminio di Atherton Bikes è la S.150. Eccovi tutti i dettagli.…
EXT presenta la Vaia, la sua forcella a steli rovesciati a doppia piastra di cui…
Abbiamo le gare di XC, di Downhill, di Enduro, ma nessuna di All Mountain. Con…
Della serie "front cattive", eccovi la Kona Honzo in acciaio di Livijus75, con tanto di…
Mondraker presenta la Arid Carbon, una gravel con telaio in carbonio, la prima del marchio…
Quando si parla di gare di MTB XC, Nino Schurter è indubbiamente il più grande…