Vittoria di Semenuk alla Rampage delle ossa rotte

Brandon Semenuk vince la sua quarta Redbull Rampage davanti a Kurt Sorge e Reed Boogs. Una discesa incredibile la sua, che ha combinato elementi da slopestyle a salti enormi e passaggi esposti. Una leggenda dello sport che quest’anno ha osato affrontare i dirupi dello Utah con una bici dotata di forcella monopiastra, l’unico nel campo dei pochi partenti.

15 dovevano essere, ridotti poi a 12 a causa degli infortuni di Vestavik, Storch e Lacondeguy. Dopo la prima run erano solo 10 i rimanenti, visto che Vinny T era stato messo fuorigioco da un crash, fortunatamente senza conseguenze, mentre Tom van Steenbergen ha gelato il sangue di tutti gli spettatori, presenti sul posto e collegati in diretta, a causa di una bruttissima caduta su un backflip. Solo stamattina abbiamo saputo che si è frantumato le due anche, la testa di un femore, una vertebra e si è lussato una spalla.

Lo attende una lunga operazione per assestare le fratture, e non avrà danni permamenti. Suo comunque il numero più spettacolare dell’intero evento, un front flip su un salto enorme, infatti ha vinto il best trick.

Proprio il salto dopo questo, molto più semplice (per lui), gli è costato l’infortunio.

Qui di seguito potete vedere le discese dei primi tre classificati.

Se avete fatto i conti per bene, avrete visto che sono stati 10 i rider classificati e che hanno concluso almeno una discesa. In pratica ci stavano tutti nel tabellone a sinistra del podio e sono anche già qualificati per la prossima edizione.

I punti assegnati dai giudici hanno fatto storcere il naso a più di un rider, in particolare Thomas Genon e Jaxson Riddle che avrebbero dovuto essere ben più in alto in classifica. Il secondo posto di Sorge conferma ancora una volta che l’atleta canadese piace molto ai giudici, un po’ meno al pubblico.

In ogni caso, il ventenne local con gli occhiali da nerd ha vinto la categoria dello stile migliore, e di sicuro è stato la rivelazione dell’anno. La sua crew ha vinto come migliori trail builder. Per me avrebbe anche potuto arrivare secondo, seguito da Tommy G.

Inossidabile la vecchia guarda con prole appresso: Cam Zink e Kyle Strait. Quest’ultimo ha partecipato a tutte (!) le edizioni della Rampage, da quando aveva 14 anni. Non poteva mancare il suo trick preferito, suicide no hander su un drop enorme.

Il più grande evento pubblicitario della MTB si conferma lo Squid Game della nostra disciplina: nessuno obbliga i rider a parteciparvi o a rischiare l’osso del collo, eppure pochi si tirano indietro. In pieno stile americano, il pubblico sul posto è tutto un “oooohhh” quando gli atleti si buttano giù da altezze willycoyotiane, e applausi quando uno si rialza o viene portato via in barella. Un vojeurismo infettivo che li accomuna a noi, distanti migliaia di chilometri e disposti a sorbirci 4 ore di pubblicità rossa e blu interrotta da qualche minuto di azione.

Non possono mancare family & friends all’arrivo, distrutti dal nervosismo ma con la messa in piega perfetta della bionda di turno che abbraccia il rider che ce la fa a scendere dalla montagna tutto d’un pezzo. Lasciamo poi perdere il discorso responsabilità quando hai i figli che corrono dal papà che ha appena saltato giù dal quarto piano del palazzo.

In fondo si tratta di una battaglia di bevande: Redbull contro Monster contro Rockstar. Non so quale delle tre sia la più salutare, di sicuro chi non era sponsorizzato dal toro rosso riceveva un anonimo bicchiere bianco (non di bianco) all’arrivo, gli altri una bella lattina di zucchero e caffeina da far vedere durante l’intervista.

È il prezzo da pagare per lo spettacolo, cari miei. Ricordatevi solo che i destinatari di questo spot pubblicitario non siamo noi ma i nostri figli, che non stanno leggendo questo articolo ma si stanno inebriando di Instagram. Superati i 35 anni siamo tutti fuori target, tuttavia siamo noi i loro educatori e non chi vorrebbe far bere loro intrugli colorati.

Se vi aspettavate un mio commento sulla telecronaca in italiano vi devo deludere. L’ascolterò quando ci saranno Torquato Testa e Diego Caverzasi a parlare. A ciascuno le sue competenze. D’altronde non mi pare di aver mai visto Testa che commenta il XC, no?

Ci si sente nel 2022!

 

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