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Ciao a tutti da Whistler, Canada.
Dopo il XC e la DH, ieri è toccato all’Enduro, vale a dire a quella categoria di bici che si muove attorno ai 160 mm di escursione anteriore e posteriore, risultando pedalabile in salita e allo stesso tempo molto performante in discesa. Come potete vedere dalla foto qui sopra la componentistica Sram è stata montata su una Rocky Mountain Slayer nuova di zecca.
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L’ammortizzatore era un Monarch Plus ad aria, dotato di una leva per dosare la compressione. Non si tratta di una piattaforma stabile quindi, ma il suo funzionamento permette di renderlo più o meno sensibile a seconda del livello di compressione. Per capirci, su salite non tecniche è meglio mettere la levetta sul “max”, irrigidendo così l’ammortizzazione e diminuendo eventuali bobbing. Era da tempo che volevo provarlo, ieri l’ho messo alla prova su un itinerario di 24km con una salita su sterrato, una discesa ripida e tecnica, una salita su sentiero e un’ulteriore discesa in parte tecnica e ripida. Funzionamento ineccepibile, bella sensazione di assorbimento delle piccole asperità sul veloce e bella risposta agli urti più forti. Questo grazie al Piggy Back, che permette di avere più spazio per l’olio nell’unità principale del Monarch Plus che di conseguenza lavora meglio su escursioni generose del fratello minore Monarch (vedi il giro XC per le impressioni su quest’ultimo).
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La forcella era una Lyrik SoloAir da 160mm dotata del nuovo sistema di riduzione della corsa Dual Position Air. Il travel va da 160 a 130 mm girando il pomello nero che si trova sullo stelo sinistro e spingendo la forcella verso il basso. Come molti di voi sapranno negli anni passati ci sono stati diversi problemi di affidabilità con il vecchio sistema 2Step, la differenza fra questo e il Dual Air sta nel fatto che il primo era un sistema idraulico (con olio), dove ci sono stati dei problemi perchè la guarnizione delle volte non teneva, mentre il secondo è un sistema esclusivamente ad aria il cui funzionamento è già stato comprovato nella stagione passata sulla Revelation che trovate in commercio. Chiaro, anche qui c’è una guarnizione che deve tenere separata l’aria, la sua tenuta potremo valutarla solamente in un test di durata che faremo sulla Totem, la sorella maggiore della Lyrik. Per vostra informazione, anche sulla Totem la riduzione del travel è di 3 cm, per evitare di stravolgere la geometria della bici quando si abbassa la forcella.
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Molto apprezzata la regolazione della compressione alle alte e basse velocità, dosabile grazie a due pomelli presenti sullo stelo destro della Lyrik.
In sella la Lyrik da me provata è probabilmente la forcella che più si avvicina come comportamento ad una forcella a molla: anche qui, come per il Monarch Plus, la Lyrik risponde alla grande alle piccole asperità e sui colpi decisi risulta ben progressiva senza andare a fondo corsa. Sui tratti ripidi, presenti su alcuni passaggi da far rizzare i capelli, non si insacca e in un’occasione mi ha salvato da un bel face plant. All’uscita da un lungo passaggio roccioso, infatti, si trovava un’ultima roccia con tendenze strapiombanti che terminava su un bel piattone. Nella foga di seguire Mike Levy di Pinkbike mi sono accorto all’ultimo secondo del suolo in avvicinamento a velocità mach 2, ma la Lyrik ha ben resistito e abbiamo potuto procedere entrambi illesi sul bellissimo sentiero di Pemberton.
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La guarnitura era una 36-22 con guidacatena Truvativ.
Qualche delucidazione sui rapporti disponibili delle guarniture X0. Ce ne sono due nuovi per il 2012: il 36-22 e il 38-24, che si aggiungono ai 39-26 e 42-28 già disponibili gli anni passati. Noi abbiamo usato il 39-26 durante il nostro giro xc sulle 29 pollici perchè le due nuove guarniture non erano ancora pronte, ma Sram prevede il 38-24 come specifica rapportatura per i ruotoni, mentre il 36-22 è pensato per l’enduro/all mountain, come potete vedere nella foto sopra.
Segnalo che il guidacatena lavora molto silenziosamente e il cambio dalla corona grande alla piccola e viceversa non presenta nessun tipo di problemi.
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Il deragliatore posteriore X0 é lo stesso che era stato montato sulla 29 pollici da xc due giorni fa, mentre i freni X0 sono sempre loro, quelli usati per fare XC e DH, questa volta però con dischi da 180 mm (non più 185 come Sram era solita fornire in passato). Funzionamento ineccepibile anche oggi, dopo questa full immersion di 3 giorni li comprerei ad occhi chiusi. Ah già, il fido reggisella telescopico Reverb ha fatto anche oggi il suo bel lavoro, ormai è diventato per me un componente indispensabile sulle bici da enduro.
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Qualche riga sulla location di ieri. Siamo andati via da Whistler, caricando le bici sul catafalco che vedete qui sotto, molto americano, lungo come due Mercedes classe S in fila e con la manovrabilità di un tir da 40 tonnellate. Ma perlomeno eravamo molto cool. Siamo andati a Pemberton, circa 25 km più in fondo alla valle, trovando sentieri asciutti e polverosi.
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La rete di trail è stupefacente (cliccate qui per maggiori info), così come i cartelli che ne indicano i variopinti nomi come Bathtub, Bob Gnarly, Psycopath e sono tutti tenuti benissimo. Diversi, poi, sono pedalabili anche in salita, l’ideale per migliorare la propria tecnica e senso di equilibrio senza rischiare più di tanto.
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È tutta un’altra cosa rispetto a Whistler, che sembra più il paese dei balocchi che una località della British Columbia, diciamo che Pemberton dà più l’idea della natura selvaggia e della vastità del Canada. Insomma, se mai venite da queste parti non dimenticatevi di pedalare anche in salita, lontano da funivie e musica.
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Con questo è tutto, oggi mi imbarco in direzione cara vecchia Europa, e visto che adesso ha cominciato a piovere non mi rattristo più di tanto. Un grande ringraziamento a Sram per poter essere stato uno dei 10 giornalisti che hanno potuto provare per primi le novità Sram 2012 e un altro ringraziamento a Giant per la favolosa cena a base di sushi di ieri sera, acqua calda aka Sake incluso, una delle cui variopinte bottiglie potete vedere qui sotto – la meno osè.
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