Sulla falsariga della scorsa settimana, ci occupiamo questa volta del confronto tra le bici da XC-marathon e le trail bike. Quali sono le differenze? Quando è meglio scegliere una XC e quando è meglio una trail bike?
L’articolo di oggi, insieme e quello della scorsa settimana (link), vogliono essere insomma una piccola guida all’acquisto che analizzi non solo le differenze costruttive tra le varie tipologie di bici, ma soprattutto il diverso comportamento nella guida, in modo da aiutare chi è indeciso a fare una scelta consapevole sulla base delle proprie esigenze e stile di riding.
Con i nomi Trail bilke ed XC-marathon si identificano due grosse famiglie di biciclette. Come la scorsa settimana, ribadiamo che una distinzione per categore è necessaria per capire di cosa stiamo parlando, ma non deve essere rigorosa. Ci sono molte bici border line che sono difficili da classificare in maniera univoca, avendo alcune caratteristiche di una categoria ed alcune dell’altra.
Non dimentichiamoci poi che non è la tipologia di bici a definire la “specialità” del rider, quanto più il modo di interpretare la MTB. Se vado a fare un giro alpino con una front da 80mm non sto facendo XC, sto facendo AM con una bici da XC. C’è una grossa differenza!
Cominciamo cercando di capire bene di cosa stiamo parlando, quindi vediamo la definizione di trail bike e di bici da XC-Marathon.
Ne avevamo già parlato la scorsa settimana, quindi non ci dilungheremo troppo. Una trail bike è una bicicletta pensata per l’all mountain leggero, ottimizzata per la salita, ma anche sicura su discese che possono essere anche impegnative. I sentieri montani spesso e volentieri presentano tratti tecnici e ripidi, certe volte anche “a sorpresa”, con un passaggio impegnativo in mezzo ad un sentiero complessivamente semplice.
La trail bike ha un’escursione attorno ai 120-130mm, forcella con steli da 32mm e perno passante, ruote leggere in genere da 29″ o 27,5″ ed un allestimento leggero, pensato per contenere il peso (siamo sui 12kg per le versioni di alta gamma). Le geometrie sono ottimizzate per la salita, ma anche per assicurare un discreto comportamento in discesa permettendo virtualmente alla trail bike di affrontare quasi tutti i passaggi che si trovano sui sentieri in sella e di percorrere ogni tipo di sentiero in piena sicurezza.
Con il termine XC si intende una specialità, tipicamente agonistica, in cui i riders si confrontano su un circuito piuttosto breve (tra i 5 ed i 10km) da ripetere più volte per un totale di circa 35km. In realtà però spesso con il termine XC, si intende una categoria di biclette che comprende non solo le bici da XC puro, ma anche quelle da marathon. Potremmo definire meglio questa categoria come XC-marathon, perchè sono due tipologie di bici differenti.
La bici da XC propriamente detta è in genere una front, ammortizzata solo davanti. Escursione da 100mm, il formato ruote più diffuso è ormai il 29″, anche se qualche 27,5″ si intravede ogni tanto. Il formato da 26″ è stato quasi completamente abbandonato, vedremo in seguito di capire il perchè.
La bici è ottimizzata per la disciplina dell XC agonistico ed è quindi super performante in salita, visto che una gara cross country quello che conta è salire nel minor tempo possibili. Sono invece poco importanti il comfort (le gare sono brevi) e la performance in discesa, aspetto del tutto secondario nella disciplina. Il peso è quindi ridotto al minimo, meno di 9kg per la bici di Fontana della foto qui sopra. Componenti ultralight ma rigidi, per trasferire al meglio la forza dai pedali alla ruota completano il montaggio.
Diversa come concezione è invece la bici marathon, mezzo ideale per gare granfondo che si svolgono su percorsi lunghi e dislivelli impegnativi. Anche qui il formato ruote predominante è il 29″, ma solitamente la bici marathon è una full con escursione da 100 o 120mm. Una trail bike insomma? Non proprio, ci sono delle differenze.
Se nell’XC il comfort e la prestazione discesistica della bici sono secondari, nelle granfondo, gare lunghe talvolte oltre il centinaio di chilometri, il comfort e la prestazione in discesa sono importanti. Quando si sta in sella tante e ore a ritmo gara è importante che la bici non sia troppo stancante, anche in discesa perchè un errore può costare caro.
Per questo motivo le bici marathon sono in genere full suspended. L’allestimento anche in questo caso è quanto più leggero possibile per ottimizzare la performance in salita, chiaramente compatibilmente con i requisiti della bicicletta che comunque può avere anche 120mm di escursione.
In genere le bici da XC-marahon sono sprovviste di telescopico, proprio perchè la perfomance in discesa è secondaria nella disciplina ed è preferibile risparmiare qualche etto piuttosto che avere la sella abbassabile. In gara si tiene la sella sempre alta per non perdere tempo, ma al di fuori dell’ambito agonistico questa pratica è abbastanza inutile, a meno di non affrontare percorsi misti o in saliscendi.
Sostanzialmente diverse, le trail bike e le bici da XC-marathon sebbene vicine come destinazione d’uso differiscono molto in quanto a caratteristiche costruttive. Vediamo nel dettaglio…
La principale differenza tra una trail bike ed una XC-marathon sono le geometrie.
La bici da XC-marathon è ottimizzata prevalentemente per la salita ed avrà quindi angoli più chiusi. Se sull’angolo sella in genere non ci sono enormi differenze (l’angolo di una XC è sui 73-74°, quello di una trail praticamente identico), la vera differenza è invece sull’angolo sterzo. La differenza è sostanziale: se una XC-marathon ha in genere un angolo sui 70-71°, una bici da trail può avere anche 68-67° e questo determina una grossa differenza nella guida.
L’orizzontale virtuale è in genere più lungo a parità di taglia, questo per conferire una posizione più distesa. Il passo però non subisce sostanziali variazioni: l’angolo di sterzo più chiuso compensa l’allungamento dell’OV.
Per i motivi visti qui sopra, la posizione in sella è piuttosto diversa tra le due bici. Su di una trail bike il rider si trova in una posizione più seduta, più rilassata se così vogliamo chiamarla. Su una bici XC-marathon la posizione è invece più distesa: il manubrio è più basso e più lontano dalla sella, quindi il rider si trova più basso ed “allungato”.
La posizione distesa è migliore dal punto di vista della pedalata: non solo assicura un’assetto biomeccanicamente più efficiente, ma riduce la tendenza della bici ad impennarsi sul ripido. Di contro però la posizione più seduta tipica delle trail bike è meno stancante e, specialmente sulle lunghe distanze, affatica meno la schiena, soprattutto se si porta uno zaino.
In discesa ovviamente un assetto “race” (ovvero disteso) è estremamente svantaggioso: il fatto di avere tutto il peso sbilanciato in avanti aumenta la tendenza della bici ad impuntarsi ed obbliga il rider ad arretrare drasticamente, rendendo difficile l’assorbimento degli ostacoli da parte delle braccia che si trovano quasi completamente distese per compensare l’arretramento del bacino.
Se nelle trail bike i formati ruota più diffusi sono il 29 ed il 27,5″, nelle bici XC-Marathon quasi sempre si trovano ruote da 29″. Vi siete mai chiesti il motivo?
La risposta è legata a diversi fattori:
Come facilmente intuibile, le sostanziali differenze dell’assetto determinano un diverso comportamento nella guida.
In salita la differenza tra una XC pura ed una trail bike è sostanziale. Guardando l’aspetto performance è subito evidente che l’efficienza in pedalata della bici da XC è nettamente superiore a quella di una bici trail: a parità di allenamento la prima permette di salire molto più forte della seconda.
La principale differenza si nota prevalentmente a ritmi di pedalata molto elevati, quando si spinge al limite del proprio fisico. Anche se full, la miglior efficienza di un telaio XC marathon (efficienza spesso determinata anche da una sospensione ottimizzata per la pedalata) permette un miglior trasferimento di forza dai pedali alla ruota, specialmente sui fuori sella.
Eh si, è proprio qui la principale differenza: i fuori sella. Una bici da XC appena ci si alza sui pedali schizza via, prendendo velocità. E’ più leggera, più rigida, quindi scatta con più facilità.
Quando però si vanno a prendere in considerazione le lunghe distanze, il gioco si ribalta. La bici da XC è più faticosa: specialmente sulle front, ogni sollecitazione si scarica sulla schiena e sullebraccia del rider, creando alla lunga indolenzimento ed affaticamento. Anche la posizione molto distesa non si rivela comoda sulle lunghe distanze: le braccia si stancano, dovento supportare tutto il peso del busto. In quest’ambito la posizione più seduta di una trail bike è sicuramente più confortevole e determina un vantaggio non solo in termini di comfort, ma anche in termini di prestazioni: ci si affatica meno e si possono percorrere più chilometri.
Insomma, per farla breve, se la bici da XC è più adatta alla prestazione pura, a brevi salite collinari da fare a tutta, magari interrotte da qualche saliscendi, la trail bike diventa vantaggiosa sulle lunghe distanze, sulle salite montane che non finiscono mai, grazie al maggior comfort che è in grado di fornire.
E sulle salite tecniche? A causa dell’assenza della sospensione posteriore la bici da XC è sicuramente penalizzata sul tecnico. La ruota tende a saltare sugli ostacoli, perdendo trazione. La più avvantaggiata è la bici da marathon che combina un’assetto piuttosto disteso (e quindi poca tendenza ad impennarsi sul ripido) ad una sospensione posteriore che assicura sempre la giusta trazione ed il buon assorbimento degli ostacoli. La trail bike in questo caso rimane leggemente penalizzata dalla posizione più seduta, ma comunque assicura anch’essa un’ottimo comportamento in questo tipo di salite.
Anche in discesa tra le due tipologie di bici ci sono molte differenze.
Come detto una bici da XC è ottimizzata per la salita, la discesa è un aspetto del tutto secondario per la disciplina visto che le gare si vincono in salita, in discesa l’importante è arrivare interi in fondo, quello che si può recuperare è molto poco. Visto che è praticamente impossibile ottenere prestazioni in salita senza sacrificare quelle in discesa, la performance di questo tipo di bici in discesa è per forza di cose limitata.
Se sullo scorrevole non ci sono grosse differenze, anzi l’angolo di sterzo più chiuso e la maggior efficienza di pedalata possono aiutare su sentieri ricchi di rilanci o in saliscendi, quando la discesa si fa più impegnativa le bici da XC-marathon vanno in crisi.
Quello che fa la differenza è proprio l’assetto in sella: anche abbassando la sella, la posizione distesa, molto caricata in avanti rende molto difficile guidare bene ed in maniera attiva la bici, spostare i pesi, assorbire gli ostacoli con braccia e gambe. Specialmente sul ripido e sugli ostacoli si ha la sensazione (e non è solo una sensazione) che la bici possa impuntarsi da un momento all’altro.
Insomma, se la discesa è impegnativa non c’è paragone tra una trail bike ed una XC-marathon. Se la trail bike è in grado di affrontare quasi tutti i passaggi con relativa sicurezza, una bici XC-marathon va in crisi non appena le difficoltà aumentano, anche alle basse velocità. Sarà quindi il rider a doverci mettere del suo per compensare le carenze discesistiche della bici.
Da quello che abbiamo visto sembra emergere che le bici da XC e marathon siano dei mezzi piuttosto specialistici: soprattutto la XC è una bici ottimizzata per la sua disciplina e si trova abbastanza fuori agio in altri ambiti, soprattutto quando è richiesta una certa performance discesistica. Eppure capita molto spesso di vedere queste bici in giro per i monti, su percorsi tutt’altro che XC.
Tralasciando le bici marathon, visto che una granfondo è molto vicina a quello che può essere un giro in montagna con discese tranquille, sono tanti quelli che praticano il cicloturismo o am tranquillo che dir si voglia, ma che utilizzano bici puramente XC.
Pedalando in questo modo è veramente più prestazionale una bici da XC? Non è forse più adatta una bici trail, altrettanto pedalabile con un ritmo medio, ma più comoda sulle lunghe distanze? Ha insomma senso andarsi a spaccare la schiena con una bici XC su ciottolate strade di montagna quando con una trail bike ci si impiegherebbe più o meno lo stesso tempo a salire?
…ed in discesa? C’è poco da dire. Affrontando un giro alpino con una bici da XC, ci si ritrova con una bici decisamente poco performante in discesa, che penalizza fortemente, costringendo spesso a scendere a piedi, soprattutto se non si è particolarmente bravi e dotati di ottima tecnica di guida. Che senso ha quindiutilizzare una bici XC per am?
Insomma, a conti fatti una bici da trail si può rivelare persin più performante di una bici da XC.
Forse è meglio lasciare le bici da XC al loro vero ambito d’utilizzo: quello agonistico. Per girare sui monti non ci servono telai ultralight in carbonio, ruote da 1200g, gomme di cartavelina e manubri flat da 660mm. Se pratichiamo AM, escursionismo o semplicemente giriamo la domenica con gli amici, quello che serve è un mezzo comodo, magari con ottime prestazioni in salita se è quello che cerchiamo, ma non certo un mezzo da gara.
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